Lo sciopero contro la morte
Se lo sciopero generale di quattro ore dichiarato dal tandem Landini-Bombardieri, e al quale non ha aderito la Cisl, é stato organizzato contro la precarietà dei subappalti, contro l’insicurezza del lavoro, contro i troppi morti che si susseguono in varie parti d’Italia, é completamente giustificato. E se lo sciopero vuole essere una mobilitazione per sollecitare governo e parlamento ad approvare leggi in materia di sicurezza sul lavoro anche. Non ho ben capito però, visto che tale mobilitazione é stata promossa all’indomani della tragedia della diga di Bargi sul lago di Suviana, a cavallo dell’Appennino emiliano e di quello toscano, se Cgil e Uil intendano mettere sullo stesso piano le responsabilità accertate della strage di Brandizzo (Torino) in cui sono stati travolti e uccisi cinque operai che lavoravano di notte sulle rotaie tra un treno e un altro, e quelle del drammatico incidente avvenuto nella provincia di Bologna. A Brandizzo é accertato che i cinque operai lavorassero una situazione di pericolo (il capo cantiere, salvatosi per un pelo, ha sommessamente ricordato di aver pronunciato questa frase: “Se vedete il treno buttatevi”. Giusto che la Procura di Torino abbia imputato Rfi e la ditta Sigifer. Le responsabilità paiono evidenti e accertare anche se il procedimento giudiziario non si é completato. Su Bargi sono stati recuperati ieri altri tre cadaveri che mancavano e portano a sette le vittime (si tratta del numero di morti più alto dalla tragedia della Tyssen). Non si capisce cosa sia avvenuto, non pare ci sia stato alcun subappalto e i sette erano o ingegneri o specialisti di ditte altamente qualificate. L’amministratore delegato di Enel Bernabei ha dichiarato che i lavori non erano “per riparare deficit di sicurezza o per far fronte a emergenze. Erano ampiamente pianificati”. E ha rivelato: “Successivamente, a dicembre del 2022 abbiamo fatto, in presenza dei rappresentanti sindacali come prevede la legge, una riunione su sicurezza, salute e ambiente relativa alle centrali idroelettriche di questa area d’Italia. La riunione si è conclusa con 11 pagine di verbale e in quel verbale il rappresentante sicurezza e ambiente della Uil si congratula e si dichiara soddisfatto del livello di attenzione dell’unità produttiva sulle tematiche relative alla sicurezza”. Invito la Uil a smentire Bernabei o a sconfessare questo suo rappresentante. Ma c’é di più. Landini ieri ha ricordato l’esistenza di un documento che avvertiva il pericolo. Perché non si é fatto nulla, allora, anche da parte sindacale? E perché, allora, se si denunciava un pericolo di tale natura non si sono fermati i lavori? Sono molte le domande da fare. Ma mi pare che abbia ragione il bolognese Pierferdinando Casini, ieri a Bargi, che ha sottolineato la necessità, per capire e poi per agire, di non far di tutte le erbe un fascio e, aggiungo io, che la distinzione é necessaria per procedere su singoli e troppo numerosi casi di incidenti sul lavoro per arrivare alle responsabilità. Questo dal punto di vista giudiziario, ma anche politico e sindacale. L’unica cosa che tutte li accomuna é la tragedia per la morte. Ma si può fare uni scopero, generico, contro la morte?
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