Ma cosa ci sta a fare l’Unifil?
Ho già condannato l’uso delle armi contro tre postazioni Onu nel territorio libanese, due delle quali di italiani e lodato il ministro Crosetto per la decisa e dignitosa reazione del governo italiano, compresa quella di non poter ricevere ordini da Israele su dove posizionarsi. Rimettiamo le cose a posto dall’inizio. Cioè dagli obiettivi della missione Unifil nel territorio libanese confinante con Israele. La missione Unifil é del 1978 e aveva il compito di garantire la pace tra i due contendenti, Israele che l’aveva invasa per circa 20 chilometri e l’Olp (fu Craxi a convincere Arafat a smettere la lotta armata) che continuava a sparare contro Israele. La missione fu più volte rinnovata e ad essa partecipano 1000 italiani, seconda forza di interposizione dopo quella indonesiana, 1200. L’ultima risoluzione Onu fu la 1701 del 2006 che aveva il compito di disarmare la zona ormai completamente controllata da Hezbollah. Vi é da dire che la missione era di pace e poteva solo far uso di armi in caso di difesa e che l’unico abilitato a sparare era l’esercito libanese praticamente inesistente. Dunque, diciamolo chiaro, questa missione non é mai stata in grado di ripulire la zona dai terroristi di Hezbollah che infatti hanno continuato dai confini con Israele a sparare missili, ferendo e uccidendo civili e costringendo circa 65mila persone ad abbandonare la regione di confine. Solo ieri un drone ha bucato lo scudo israeliano, che ha permesso di evitare tutte le stragi, comprese quelle dei missili inviati dall’Iran, ha colpito la base di Bymanina, presso Haifa, uccidendo diversi soldati e ferendone altri. Io non capisco cosa ci faccia ancora la miasione Unifil in quel territorio di guerra, anche se le missioni Onu vanno sempre salvaguardate e l’attacco di Isarele va certtamente condannato. Una missione di pace in un territorio di guerra é simile a quel detto di Anatole France in base al quale “in mezzo non ci si sta se non per prendere le sassate della rivoluzione e le fucilate dell’ordine”. Qui sono droni e missili che seminano morte. Può la missione Onu fa finire lo sganciamento dei droni di Hezbollah verso Israele e può convincere Israele a non rispondere? In buona sostanza, se non può, cosa ci sta a fare? Forse per testimoniare che in quel mondo di morte c’e gente che lavora per la pace. Ma lavora come ? Un simbolo soltanto, certo, un’oasi che si deve e si può rispettare. Non di più.
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