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Quando trionfa il populismo

20 Dicembre 2024 51 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

In genere il populismo é idiota. E’l’aggettivo giusto per qualificarlo perché segue un umore, non un ideale. E seguendo un umore agisce di pancia e non di testa. Non é neanche tenuto a studiare e approfondire i temi. Gli bastano gli slogans. La Lega agli inizi era populista e non ragionava, inveiva. Contro “Roma ladrona” e poi cogli immigrati che portano delinquenza. Ammoniva “Lumbard paga e tas” come se pagare le tasse fosse un’idiozia, appunto. I Cinque stelle sono stati anche peggio. Hanno “abolito la povertà” (la loro) con un reddito di cittadinanza che, giusto in linea di principio, é stato spesso usato per non lavorare o per incrementare un reddito non denunciato. E hanno pagato, col superbonus, il restauro delle case dei ricchi a spese dei più poveri e dei più giovani che una casa non ce l’hanno. Se la son presa coi vitalizi parlamentari che già erano stati aboliti nel 2012 e hanno cantato vittoria perché li hanno diminuiti a chi già li percepiva con un’operazione incostituzionale. Hanno dovuto restituire il taglio ai parlamentari europei e ai senatori, ma ai deputati no. Hanno gridato allo scandalo perché un emendamento, secondo me sensato, alla manovra, proponeva di portare allo stesso livello le risorse percepite da un ministro non parlamentare e quelle di un ministro parlamentare. E’ giusto che siano su due piani diversi, secondo loro, perché quando si parla di risorse per i politici al popolo viene l’orticaria. Vero. Ma se si spiega che un parlamentare che grida allo scandalo percepisce più di un ministro non parlamentare (circa 12-13mila euro netti comprensivi di diaria e di rimborsi) allora l’indignazione potrebbe ritorcersi contro chi l’ha manifestata. Meglio tacere. E scandalizzarsi solo per le novità che emergono e che fanno notizia e gossip. Come la frase, populista della Schlein “Voi aumentate i soldi ai ministri e date 7 euro di aumento agli infermieri”. Che in realtà in un ragionamento non populista, cioè non idiota, dovrebbe essere facilmente smontato perché si potrebbe aumentare di più lo stipendio di un infermiere a prescindere dall’aumento per i ministri (costo mensile di 130mila euro per 18 persone che sono al governo, ministri e sottosegretari non parlamentari, cioè 7mila euro mensili ognuno, 1 milione e mezzo euro l’anno). Sempre facendo un po di conti, però, per il costo enormemente differente che assumono le due operazioni. La curiosità mi ha spinto a scandagliare un po’ e viene fuori che l’emendamento ritirato é stato sostituito con un altro che stanzia fino a 2.500 euro al mese per i rimborsi di ciascuno di loro. Dunque si recupera meno di cinquecento mila euro l’anno, un centesimo di quanto si stanzia per l’editoria quest’anno, appunto 50 milioni). Ma per il passaggio da 30 a 50 milioni nessuno si scandalizza. D’altronde chi lo dovrebbe fare? I giornalisti che ne beneficiano? Perché non si é alza la Schlein per dire: “Aumentate gli esborsi per i giornali e non fate nulla per gli infermieri”. Silenzio. D’altronde una classe politica che dimezza il numero dei parlamentari con un referendum burla che chiede al popolo se vuole spendere meno per la politica (meno di un caffè al giorno per ogni elettore) é degna dell’idiozia populista. Cavalcate pure le tigri. E’ facile, il difficile é scendere quando le tigri sono in corsa.

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