Memoria e attualità
Per definire l’eliminazione spietata e programmata di milioni di ebrei nei campi di concentramento e di annientamento nazisti si sono usati due termini: olocausto e shoah. L’olocausto, termine greco, allude ai corpi bruciati dai nazisti, la shoa, che significa strage, distruzione, comprende invece sia l’eliminazione fisica degli ebrei sia le leggi, quella tedesca di Norimberga del 1935 e le leggi razziali italiane del 1938 che l’hanno determinata o sostenuta.
Per non dimenticare questa efferata carneficina il 27 gennaio di ogni anno viene celebrato il giorno della memoria, come prescritto dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale della nazioni unite del 25 gennaio del 2005. La data corrisponde alla liberazione da parte dell’Armata rossa del campo di concentramento di Auschwitz. Il pensiero vada subito agli ebrei perseguitati, solo per la loro razza e per la loro religione, ma anche perché ritenuti a capo di non si sa quale complotto internazionale, agli ebrei, uomini, donne e bambini, soffocati a milioni nelle camere a gas, secondo i deliberati relativi alla “soluzione finale del problema ebraico”, ma cominciata con la segregazione degli ebrei, poi con la notte dei cristalli e infine con la persecuzione vera e propria di un intero popolo, che vantava tra i suoi massimi esponenti uomini come Albert Einstein, Franz Kafka, Sigmund Freud, Karl Marx. Mai una popolazione é stata soggetta a tanta e tale violenza. Ricordiamo con orrore le ignobili e orribili sperimentazioni sui bambini ebrei, soprattutto i gemelli, ad opera del dottor Morte, alias Joseph Mengele, che riuscì a scampare dopo la fine della guerra rifugiandosi in Sud America e morì per un ictus in un luogo di vacanza in Brasile. Com’é noto Adolf Einchman, uno dei massimi responsabili dello sterminio, fu invece catturato dai servizi segreti di Israele in Argentina e condannato a morte dopo un processo diffuso dalle televisioni in mezzo mondo nel 1962. I principali esponenti del nazismo (Hitler e Goebbels si suicidarono nel bunker prima che i sovietici arrivassero nelle vicinanze e Himmler si tolse la vita una volta catturato dai britannici mentre fuggiva), da Erman Goering, a Joachim Von Ribbentrop, ad Alfred Rosemberg a Martin Borman e altri vennero processati a Norimberga nell’immediato dopoguerra e condannati a morte, Rudolf Hess venne condannato all’ergastolo (suo il famoso viaggio in Inghilterra probabilmente non su ordine di Hitler per trattare una pace separata nel 1941). Hess morì nel carcere di Spandau nel 1987, togliendosi la vita (ma vi sono dubbi sulla causa della sua morte).In Italia la persecuzione degli ebrei inizia nel luglio del 1938 col manifesto sulla razza di decine di intellettuali italiani in cui si scriveva che “i cittadini di razza ebrea non sono italiani”, poi con le leggi razziali dello stesso anno che impedivano agli ebrei di insegnare, frequentare scuole, avere incarichi negli enti pubblici ecc. Il 30 novembre del 1943 un ordine di polizia decretò che gli ebrei dovevano essere arrestati. Dopo un periodo di detenzione in carcere erano trasferiti nei campi di transito, e di là deportati nei campi di concentramento nazista. In Italia i campi più importanti erano due: quello di Fossoli, nel comune di Carpi (presso Modena), e quello di Trieste, detto della “Risiera di San Sabba”. I fascisti realizzarono il campo di concentramento di Fossoli nel 1942 per rinchiudervi i prigionieri di guerra inglesi. Nel 1943 la Repubblica di Salò lo utilizzò per l’internamento degli ebrei. L’anno dopo il campo passò sotto la gestione diretta delle SS. Nel 1944 da Fossoli partirono otto convogli ferroviari, 5 dei quali ebbero come destinazione il campo di concentramento di Auschwitz. I deportati furono circa 5000, di cui la metà ebrei. Gli altri erano partigiani, oppositori politici, renitenti alla leva. La risiera di San Sabba era un vero e proprio campo di sterminio. Qui vennero uccise dalle 3 alle 4mila persone. Poi vi erano altri due piu piccoli campi, uno nella provincia di Cuneo e uno a Bolzano. Gli ebrei italiani erano, secondo il censimento del 1938, 52.812, e circa il 13%, 7.500, perse la vita nei campi di sterminio. Novemila furono i deportati. Oggi questo bisogna ricordare. Nuove tendenze anti semite stanno emergendo nel mondo e gli ebrei devono ancora soffrire pericoli e discriminazioni. E’ vero si può essere anti sionisti senza essere anti semiti, ma in un momento questo negare la legittimità dello stato di Israele, legittimato dall’Assemblea dell’Onu nel 1947 unitamente alla creazione di uno stato arabo-palestinese, significa schierarsi dalla parte di chi questo stato intende distruggere, le frange terroristiche palestinesi di Hamas e non solo. Certo la guerra continua. E insanguina, dopo la carneficina di Hamas nei territori israeliani, la striscia di Gaza ridotta ormai a un cimitero e a un cumulo di macerie. Il recente accordo per uno scambio di prigionieri non basta per guardare al futuro con fiducia. Come le divisioni, oggi, per le commemorazioni del giorno della memoria non fanno onore a chi le ha provocate.
Leave your response!