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L’attacco

3 Febbraio 2025 39 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non saprei dire se quello ricevuto da Giorgia Meloni, unitamente ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano sia un avviso di garanzia o una comunicazione obbligatoria (non mi pare che quest’ultima definizione compaia nei codici). Si tratta tuttavia di una differenza di lana caprina. Diciamo che la Procura di Roma, nella fattispecie il dottor Lo Voi, ha ritenuto di non stralciare le accuse contenute nell’esposto dell’avvocato Li Gotti relative ai reati di favoreggiamento e peculato sul caso Almasri. Quest’ultimo era stato arrestato il 19 gennaio dopo un mandato della Corte penale internazionale con accuse gravissime di crimini efferati contro i migranti, commessi nei campi di trattenimento libici, e poi scarcerato e spedito in Libia il 21 gennaio. Di tutto questo il governo avrebbe dovuto riferire in queste ore in Parlamento. Ci si è messa come il solito, vedasi il caso Salvini poi finito in nulla, la magistratura e il confronto si  è così spostato dal merito della questione al giudizio sul comportamento dei magistrati, entrati già da tempo a gamba tesa contro il governo per la riforma Nordio. Ora riprendiamo il tema. Diverse testimonianze di detenuti in campi libici (ma fu il governo di centro-sinistra a firmare un patto con la Libia per trattenere i migranti) sostengono che il generale Almasri abbia compiuto violenze e addirittura omicidi sparando con la sua pistola ai detenuti. Se queste affermazioni trovano fondamento costui va processato e condannato a pene severissime. E’ vero che tali reati non sono stati commessi in Italia ed è altresi vero che il personaggio ha girato in mezza Europa, ma la sua scarcerazione con la motivazione che Almasri costituiva un pericolo per l”Italia lascia alquanto a desiderare. Bene dunque che il governo chiarisca. Ma a livello politico perchè la decisione è politica e la magistratura non c’entra nulla. E invece no. E’ bastato che questo avvocato, già consigliere comunale di Crotone per l’Msi e poi sottosegretario per Di Pietro e senatore e oggi vicino al Pd, facesse un esposto per mettere in moto un procedimento che si sarebbe potuto evitare cestinando l’esposto come avviene per la stragrande parte di questi. Oltretutto il procedimento finirà in nulla e controbuirà a rafforzare la Meloni e il suo governo. Certo, che questo accada all’indomani della rivolta dei magistrati nel giorno dell’avvio dell’anno giudiziario e dello sciopero degli stessi in quasi tutte le procure non appare per nulla casuale. I magistrati, giudici e pm, si sollevano ai limiti di un atteggiamento golpista contro i poteri legislativo ed esecutivo (a proposito di Costituzione) contestando la riforma costituzionale della giustizia che prevede la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente. Le argomentazioni sono risibili e vanno dalla volontà di mettere sotto tutela politica il Pm addirittura al pericolo che il Pm acquisisca maggiori poteri. I pm sarebbero più autonomi e indipendenti con un loro Csm e non dipenderebbero da alcun governo e, paradosso dei paradossi, i magistrati, all’interno dei quali prevalenti sono quelli che hanno maggiori funzioni di Pm, condurrebbero questa aspra lotta contro una legge che dà loro più e non meno potere? Risibile davvero. Ma il tema più forte secondo la mia opinione non è questo. Già la legge Cartabia lumitava il passaggio delle due funzioni. Il tema vero, che azzererebbe la prevalenza dei partiti dei magistrati, è il sorteggio nell’elezione del Csm. Proprio ieri.si sono scrutinati i risultati del congresso dell’Anm. La prima lista è risultata quella di Magistratura indipendente, la più a destra, anche se le altre due, quelle di Area e di Md, sommate, farebbero maggioranza. Ma, io dico, fino a quando potremo sopportare una situazione simile? Coi magistrati che si contano per sapere chi è a favore o contro il governo. E se il governo fa leggi che non.piacciono alla magistratura è guerra, come scrive Palamara nel suo libro denuncia, che fa nomi e cognomi di magistrati politicizzati non ricevendo qurela per diffamazione da nessuno.Fino a quando potremo sopportare che il sistema giudiziario italiano sia diverso da quello di tutti i paesi europei? Fino a quando potremo accettare che un magistrato come Pignatone, oggi indagato per mafia, tolga al suo predecessore Capaldo le indagini su Emanuela Orlandi e poi, una volta in pensione, venga nominato presidente del Tribunale Vaticano? E’ questa la giustizia che vogliono difendere i magistrati? Ho un senso di repulsione profonda. E so che le battaglie dei socialisti e dei radicali erano giuste. Ma purtroppo si scontravano con scogli insuperabili.

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