Adesso siamo al “bieco illuminismo”…
Non c’è che dire. Moderata la reazione del presidente della Commissione episcopale Coletti alla sentenza del Tar del Lazio che ha stabilito l’esclusione dagli scrutini degli insegnanti di religione che, come si sa, è insegnamento facoltativo e dunque non in condizione di porre tutti gli alunni sullo stesso piano. Per ora non voglio approfondire il significato della sentenza. Ma certo definirla un prodotto del “bieco illuminismo” fa scalpore. A chi conosce i valori dell’illuminismo che sono appunto quelli della ragione, della tolleranza, della lotta alle infatuazioni e alle superstizioni, non può che destare sconcerto quell’aggettivo truce che accompagna il sostantivo e finisce per deturparlo. L’illuminismo è stato tutto tranne che bieco. Bieco era il clima di intolleranza e di fanatismo religioso che lo precedeva. Bieche erano le torture e i roghi della Chiesa cattolica del seicento. Biechi erano i fantasmi incappucciati della santa inquisizione. Naturalmente non stupisce che subito Maria Stella Gelmini, ministro della Pubblica istruzione, abbia immediatamente avanzato un ricorso al Consiglio di Stato anche su suggerimento del suo predecessore, quel Fioroni oggi al vertice del partito di opposizione, il Pd. Che pena, questa Italia dove la laicità non è più una discriminante. E su materie fondamentali per i diritti dei cittadini maggioranza e opposizione finiscano per dire le stese cose, che son poi quelle che tanto piacciono al Vaticano.
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