Morto Franco Boiardi: il politico più colto
Sono addolorato per la morte di Franco. Lo sapevo malato da tempo. Era stato l’uomo polico più colto. Aveva saputo unire politica e cultura. Quando decise di lasciare il movimento giovanile della Dc, nel 1956, non scrisse un documento, ma un libro: su Dossetti e il dossettismo. Rimproverava al suo leader la decisione di accogliere l’invito del cardinal Lercaro a sfidare Dozza nelle elezioni comunali di Bologna. Si avvicinò al Psi, ove militò fino alla scissione del Psiup del gennaio del 1964, ricoprendo anche l’incarico di asssessore alla cultura e all’urbanistica del Comune di Reggio. Fu eletto deputato per il Psiup, subentrando, dopo le elezioni del 1968, all’onorevole modenese Umberto Zurlini, improvvisamente scomparso. Ma nel 1972 usciì dal Parlamento perchè il Psiup non aveva ottenuto il quorum. Fu nel Pci e ricoperse l’incarico di presidente dell’Arcispedale di Reggio. Poi uscì dal Pci e si riavvicinò all’area socialista (per il Psi fu membro del Comitato di gestione dei Teatri e del Coreco). Era un politico tormentato ed eternamente insoddisfatto. Non amava la disciplina. Seppe regalarci la sua meravigliosa “Storia delle dottrine politiche”, oltre che la “Storia del Parlamento”, della quale fu uno dei più signifacativi collaboratori. Ma anche studi originali su Meuccio Ruini, su Gianlorenzo Basetti. Tutto questo sopravviverà alla sua scomparsa.
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