Lusetti, i cani, i soldi, gli incarichi e la Lega
Tutto mi si può considerare tranne che un moralista. E tutto si può dire della mia comunità, ma non che sia giustizialista. Anzi, noi socialisti siamo sempre, chissà perchè, dalla parte degli indagati fino a quando non sia dimostrata la loro colpevolezza. E siamo anche dalla parte degli espulsi dai partiti fino a che non si provi la fondatezza delle accuse che vengono loro rivolte. Sul caso Lusetti (il vice sindaco leghista di Guastalla improvvisamente espulso dalla Lega nord di Reggio) vorrei tuttavia fare alcune osservazioni. Lusetti era commissario (francamente nè io nè la stragrande parte di cittadini reggiani lo sapevamo) di un ente nazionale chiamato Enci, che si interessa di cani. Sì, di cani, anche se non si bene se per farli star meglio o peggio. Immaginiamo che il ministro leghista Zaia abbia nominato Lusetti per indubbia professionalità nell’arte canina e non per la sua tessera leghista. La Lega è infatti da sempre contraria alle lottizzazioni. Quel che si è saputo è che Lusetti si era dato un assegno mensile di 6mila euro, secondo quel che riferiscono i suoi ex amici di partito. Ma si sa anche, e questo lo riferisce lui con la logica del “Muoia Sansone e tutti i filistei”, che da quell’incarico egli aveva attribuito responsabilità e prebende a molti suoi amici leghisti. E questo, non c’è da dubitarne, sempre seguendo la logica della competenza “canina”. Può essere che la Lega riscopra una sua verginità attraverso l’atto dell’espulsione, ma dubito fortemente che un semplice lavacro e il sacrificio di un suo esponente bastino per cancellare quel che si è combinato in quei pochi mesi di commissariamento. Anche perchè non pare che Lusetti sia disposto a pagare da solo e in silenzio, come i condannati delle purghe staliniane. Cioè con fiera rassegnazione.
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