E il Pd si divide anche su Mirafiori (dopo Pomigliano)
Su cosa non si è diviso il Pd? Sui Pacs si è spaccato e così pure sul caso Englaro. Si sa, laici e integralisti cattolici non vanno a braccetto su queste delicate questioni. Ma si è diviso anche sulla collocazione europea. Si sa, ex comunisti convertiti al socialismo europeo ed ex democristiani che starebbero volentieri nel Ppe non sono la stessa cosa. Poi si è diviso anche su Vendola e Casini. Si sa, gli ex comunisti preferirebbero un’alleanza con il primo e i cattolici, ma anche i moderati dalemiani e soprattutto i lettiani, e Follini su tutti, preferirebero un’alleanza col secondo. Bersani tenta di fare entrambe le alleanze, ma credo sia proprio impossibile. Poi è venuto il caso Pomigliano e oggi Mirafiori. Cioè il caso Marchionne. E il Pd si è già superdiviso. Oggi ci sono dichiarazioni addirittura opposte. Da Ichino a qualche veltroniano che l’accordo lo esaltano in toto, a Fassino e D’alema che lo accettano volentieri (ma anche l’ex segretario della Cisl Marini e i suoi sono schierati ovviamente per il sì), fino a Cofferati che sta con Bertinotti e la Fiom, e in mezzo il povero Bersani che tenta di conciliare le due posizioni inconciliabili con un deciso “ni” (bene l’accordo tranne che sui diritti sindacali , cioè sull’esclusione dalla rappresentanza sindacale di chi l’accordo non lo firma, cioè la Fiom). Si sa, nel Pd ci sono sia la Cgil, sia la Cisl, sia la Uil, e poi, vabbè adesso non c’è più Calearo, ma Colaninno sì. Uno si chiede. Ma se un partito non riesce mai a rappresentare una posizione politica perchè esiste? Si pensava: esiste perchè è in grado di vincere le elezioni. Ma siccome le elezioni continua a vincerle Berlusconi, e il Pd non serve nemmeno a questo, a cosa serve?
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