I due redentori
Francamente non comprendo, se non per il clamore generato, questa iniziativa di due parlamentari (un senatore del Pd e un’europarlamentare dell’Idv) di incontrare in carcere alcuni capi della mafia. Se si tratta di una visita di routine, vabbè, si può discutere che venga riservata alla mafia e non ai poveracci che in carcere non se li fila nessuno, ma passi. Invece i due pellegrini (come i i tre socialisti italiani che andarono da Lenin a spiegargli la rivoluzione) avevano in mente niente meno che di convertire i mafiosi, quali Bernardo Provenzano, al pentitismo, spiegando loro le leggi dello Stato e le conseguenze positive che ne avrebbero ricavato. Ora, delle due l’una: o i sudetti parlamentari si arrogano magiche virtù di convincimento o sottovalutano la capacità di intendere e di volere dei loro interlocutori. I quali si saranno anche macchiati di delitti infami, ma proprio deficienti non sono e conoscono assai bene le leggi, senza bisogno che gliele spieghino i nostri potenziali redentori. Il risultato ottenuto, non c’è alcun dubbio, sarà pari allo zero assoluto, mai i nostri eroi sono già saliti agli onori della cronaca. L’idea era talmente bizzarra che i mass media non potevano non accorgersene. Non vorrei che alla fine, anzichè convincere, fossero convinti. Come capitò ai tre pellegirni socialisti a Mosca. Erano partiti per convincere Lenin e tornarono leninisti…Non penso proprio che i nostri diventeranno mafiosi. Ma può anche essere che ritornino pentiti, loro.
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