La condanna
La Cassazione ha confermato la condanna inflitta a Berlusconi sia pur rinviando la richiesta di interdizione dei pubblici uffici alla Corte d’appello. Il primo commento è che si tratta di una sostanziale conferma delle sentenze di primo e secondo grado. Il rinvio dell’interdizione rimanda la questione dell’ineleggibilità al livello precedente, confermando l’esistenza dell’errore ammesso anche dalla pubblica accusa. Berlusconi, ottenendo i benefici del condono, dovrà adesso scontare un anno (tre dei quattro della condanna sono stati condonati) o ai domiciliari, vista l’età, o ai servizi sociali. Adesso si complica il quadro politico. Come reagirà il Pdl e come reagirà soprattutto il Pd? Continueranno i due partiti a collaborare insieme pensando al bene dell’Italia o prevarranno i falchi dell’una e dell’altra parte e si chiuderà la breve fase del governo Letta, aprendo la strada a difficili, se non impossibili scenari o al baratro di elezioni anticipate con la vecchia legge? Certo niente rimarrà come prima. Per la prima volta Berlusconi è stato condannato in via definitiva. Si possono nutrire ragionevoli dubbi sulla sentenza. L’impianto difensivo dell’avvocato Coppi aveva un alto margine di credibilità. Tuttavia non si può sostenere che la Cassazione risponda a un disegno politico e sia autrice di un golpe giudiziario. Troppo si era lodato quel collegio e la sua collocazione indipendente. Adesso una nuova fase si apre. Che i partiti politici siano all’altezza dei bisogni dei cittadini. E che i dirigenti del Pdl e del Pd usino il cervello e non le viscere.
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