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Guastalla ha ricordato il suo Gabriele Cagliari a vent’anni dalla scomparsa. Alla “Festa socialista sul Po” tra rabbia e orgoglio

6 Ottobre 2013 17.278 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Commozione, rabbia, orgoglio. E’ il mix di sentimenti che ha scosso la platea del convegno/commemorazione dell’ing.Gabriele Cagliari avvenuta sabato sera nell’ambito della “Festa socialista sul Po”, tre giorni di dibattiti e confronti su temi locali e nazionali.  Con un clou riservato ad un “figlio illustre” di Guastalla morto suicida a San Vittore vent’anni fa (20 luglio 1993) dopo 4 mesi di carcerazione preventiva durante i quali era stato ripetutamente interrogato sugli sviluppi del caso Enimont. Nel salone dello storico Chalet Lido Po, organizzato dal segretario provinciale del P.S.I. avv. Gianluca Soliani, sono intervenuti  i familiari dello scomparso dirigente, molti amici, il sindaco Giorgio Benaglia, socialisti lombardo-emiliani. Relatori: il figlio Stefano Cagliari  e l’on. Dino Felisetti (ex deputato per 4 legislature , già presidente della Commissione Giustizia della Camera nonché membro del Csm dal 1998 al 1990). Moderatore Enrico Pirondini, ex  direttore di quotidiani( in Lombardia, Emilia e Marche) , inviato de Il Giorno (gruppo Eni) negli anni Ottanta. Dopo i saluti del segretario  Gianluca Soliani che ha ricordato la “carriera brillante” di Cagliari  (Montecatini, Anic, Liquigas, Eurotecnica, Eni) e la “grande ingiustizia inflittagli con la lunga carcerazione preventiva” ha preso la parola il figlio arch. Stefano, il quale ha subito dato lettura della “lettera d’addio” del padre indirizzata alla famiglia; una lettera che è “un atto di accusa nella prima parte e un saluto ai famigliari nella seconda”. Stefano Cagliari ha fatto anche delle rivelazioni sulla famosa lettera:”La data è del 3 luglio 1993, l’hanno consegnata a mia madre  il 5, papà si suicidò il 20; non abbiamo mai detto a papà che mio fratello era stato colpito da un male incurabile”. Stefano Cagliari , travolto dalla commozione (con cui ha contagiato l’intera platea), si è interrotto più volte; poi ha chiamato una nipote che, tra i singhiozzi, ha portato a termine la lettura della “straziante testimonianza”. Ha concluso l’on. Felisetti ricordando come la carcerazione preventiva possa diventare “strumento di tortura psicologica assai grave” trasformando il carcere in una sorta di “serraglio per animali”. Felisetti ha sottolineato “Il legame, di evidenza palmare, che intercorre nelle storie di Mattei, Cagliari e Craxi”. Tutti, ha più volte rimarcato , “volevano una Italia non tributaria di nessuno”. Evidenti i riferimenti alle vicende legate al petrolio di Mattei (fu lui a definire il cartello anti-Agip “le sette sorelle”), prima di morire nell’attentato di Bascapè (27 ottobre 1962) ; il “caso SIgonella” (ottobre 1985) che mise Craxi in urto con Reagan. Concludendo l’avvocato Felisetti si è rivolto al sindaco Giorgio  Benaglia e ai molti amici presenti: “Guastalla vada fiera del suo Gabriele Cagliari, gli intitoli una strada, una fondazione. E’ un uomo da ricordare come esempio. Sennò la sua vicenda resterà solo un fatto privato. Questa bella commemorazione in riva al Po è anche una manifestazione umana. Non fatela svanire”.

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