L’uovo di Mastrapasqua
Ammettiamo pure che si tratti di un manager di grandissimo valore. E ammettiamo anche che alcuni incarichi di Antonio Mastrapasqua, attuale presidente del’Inps, siano collegati al suo incarico. Ma ventidue poltrone, dall’Inps a Equitalia, passando attraverso Telecom, Coni servizi, Autostrade, sono davvero tante. Diciamo anche che il compenso complessivo rilevato dal Corriere in 1 milione e 200 mila euro l’anno, probabilmente anche lordi, è da capogiro. Non a caso proprio in queste ore sono rimbalzate contemporaneamente due notizie. La prima riguarda gli emolumenti dei dirigenti pubblici italiani che sarebbero di tre volte superiori a quelli degli altri paesi. La seconda riguarda un’affermazione del presidente dell’Inps che dubita che il suo istituto riesca ad assicurare le pensioni agli italiani. Poi Mastrapasqua si smentisce e assicura che è tutto sotto controllo. Due eventi quanto mai eloquenti. L’uomo che con ventidue incarichi e con un emolumento tra i più esosi per lo Stato italiano, e noi abbiamo sempre richiamato l’attenzione su questo e non tanto sugli stipendi dei parlamentari, che afferma che i pensionati forse verranno mandati sul lastrico. Ma non è vergognoso? Prima di fare affermazioni simili e poi di smentirle probabilmente dopo telefonate furibonde coi ministri competenti, il signor Mastrapasqua non ha sentito il dovere di dimettersi da almeno una quindicina di incarichi e dimezzare almeno il suo emolumento? Una mossa che parrebbe perfino ovvia. Sarebbe un uovo di Colombo questo. Invece l’uovo di Mastrapasqua contiene una sorpresa. Un allarme, rientrato, sulle pensioni altrui e la conferma del suo stato di assoluto privilegio. Così non va bene. Per niente. Malapasqua…
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