Far finta di non capire…
Adesso sono diventato un fusionista. Peggio, per qualcuno mi sono allineato a chi vuole liquidare il Psi. Un’insieme di frustrazioni e di accidie si mescolano tra Facebook e mail varie. Per quanto mi riguarda sono abituato a dire e a scrivere quel che penso. Senza troppi giri di parole. E quel che penso ho scritto nell’ultimo editoriale dell’Avanti che ha riportato quel ho detto in Direzione. I concetti sono sostanzialmente tre e sono chiarissimi. Il primo è che é inutile e perfino dannoso far finta di avere fatto rinascere il Psi e oggi celebrarne il funerale. Di esequie funebri al Psi ne abbiamo consumate anche troppe e il nostro vecchio e glorioso partito non le merita. Finiamola di far finta di non vedere la realtà. Noi abbiamo fondato in questi vent’anni delle piccole aggregazioni di socialisti e le abbiamo collocate a sinistra, transitoriamente anche a destra e nel 2008 in perfetta autonomia. I risultati sono sotto i nostri occhi. A quelli che continuano a parlare di autonomia consiglierei di valutare il risultato del 2008 ed evitare di parlare senza ragionare. Il secondo concetto è che proprio perché noi siamo un grumo che resiste, la nostra piccola organizzazione non deve né consumarsi, né tanto meno morire. Non siamo solo memoria storica, se no dovremmo fondare un archivio o una fondazione. Siamo un soggetto politico che ha idee peculiari. Basterebbe leggere quel che ho scritto sull’Avanti a proposito dell’Italicum o della riforma del Senato, per rendersene conto. Ma anche ripassare, scusate se parlo di me ma credo di aver diritto alla difesa, le mie prese di posizione a sostegno di Buemi sul caso Berlusconi o contro il giustizialismo di facciata sul caso Cancellieri. Strano che io, fusionista, abbia assunto in questi anni sempre le posizioni più indipendenti e spesso anche polemiche col Pd e i cosiddetti difensori dell’autonomia del partito se ne siano rimasti zitti. Il problema è come far vivere noi stessi. Se non interveniamo e in base a una declamata autonomia lasciamo che tutto si logori, allora sì che lavoriamo per la nostra estinzione. Aggiungo anche che coloro che pensano di rilanciare un soggetto socialista a sinistra del Pd, vicino a Sel e a Tsipras, possono farlo ma vanno contro la collocazione europea dei socialisti e contrastano le intuizioni del vecchio PSI di Craxi e Martelli.
Il terzo riguarda il cosiddetto patto federativo col Pd. Bisogna metterlo coi piedi per terra. Ancora non si capisce cosa sia. È solo un pronunciamento. Non è l’esplicitazione di una nuova forma politica e organizzativa. Io ho lanciato un’idea e cioè di concepire il nostro rapporto col Pd alla stregua di quello che venne formalizzato tra Pdl e piccoli partiti alleati. Si previde una sorta di doppia militanza con aree politiche che restano tuttavia in vita con proprio tesseramento, congressi e organi. Si previde la possibilità di presentare liste in completa autonomia a livello comunale e regionale, ci si impegnò invece a liste comuni in campo politico ed europeo. Potrebbe essere una buona soluzione. A chi considera il Pd di Renzi alla stregua del Pci, cosa che non passa per la testa nemmeno a Berlusconi. e mi da del fusionista, consiglio una visita psichiatrica, a coloro che considerano il Pd di Renzi come quello di Bersani consiglio di guardare la famosa foto di gruppo, a coloro che considerano il nostro partito alla stregua del vecchio Psi consiglio un paio di grossi, ma molto grossi, occhiali. Per il resto ognuno indichi una via, anche diversa, ma possibile, per la nostra comunità. Oppure si rassegni a seguire quella degli altri.
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