Femminismo antifemminista
Penso. Finalmente molte donne in politica. Ormai la metà. La metà nel governo, nelle giunte comunali, ormai anche in quella regionali. Vedo che anche in molti altri paesi é così. Leggo, per stare alle nomine recenti, di Amal Alamuddin, fidanzata dell’attore George Clooney, nominata all’Onu con un prestigioso incarico sui diritti umani, di Axelle Lemaire, segretario di stato per l’economia digitale del governo francese, di Audrey Azoulay, consigliera del presidente Hollande. Giovani, colte, molto belle. Come in Italia Maria Elena Boschi, Mariana Madia, Deborah Serracchiani. Mi sono chiesto quanto conti nella selezione dei quadri femminili il corpo. Per Berlusconi, è noto, moltissimo. La Carfagna, che indubbiamente è anche piuttosto brava, la Minetti, ora la Maria Rosaria Rossi, sarebbero arrivate con un aspetto diverso? E la sinistra, che ha ormai attinto molto da Berlusconi, sulle riforme istituzionali, quanto ha attinto su questo piano? Mi vengono spontanee due domande. Tina Anselmi oggi avrebbe potuto fare il ministro? E ancora, questo modo di selezionare il personale politico, ma solo quello femminile, anche o sopratutto in base all’aspetto, non è radicalmente antifemminista?
Leave your response!