Obama: basta con la tortura e in Italia sciolto il Pd?
Se gli obamiani di casa nostra intendessero davvero dare seguito all’annunciata decisione di Obama di escludere la tortura e dunque sopprimere quel brutto “coso” di Guantanamo, gli italiani dovrebbero sciogliere subito il Pd, dove ormai il campo di concentramento con tortura è prassi corrente. Mettendo in fila le soffertissime dichiarazioni più recenti dei massimi esponenti del Pd la tortura è evidente. Nicolais afferma, patendo le pene dell’inferno, che il Pd è “peggio di quel che pensano i cittadini napoletani”. Ad una domanda l’on. Lusetti, super intercettato, ha risposto quasi piangendo che “il Pd è un macello”, Fassino ha chiamto “cretèn ” in torinese un autorevole esponente e deputato ex margherito, che adesso pretende le scuse, D’Alema, a Mixer, ha esplicitamente accusato il suo partito di non avere una classe dirigente, la Jervolino, dopo aver registrato, senza permesso, il suo dialogo con Nicolais, ha strappato il nastro in conferenza stampa (ma che sia diventata matta?). Rutelli flirta con Casini e Veltroni sostiene che “almeno” fino alle elezioni europee” il Pd dovrebbe stare insieme. Insieme non stanno intanto le casse dei due ex partiti perchè Sposetti, ex segretario amministativo dell’ex Ds, annuncia che sono già 50 le fondazioni diessine in giro per l’Italia che amministrano il patrimonio dell’ ex partito (la ex Margherita avrebbe fatto altrettanto). Ex per modo di dire, perchè Fassino ha firmato il manifesto di Madrid dei socialisti europei proprio come segretario dell’ex Ds. La tortura che deriva dall’appartenere a un partito che certo non si ama non potrebbe davvero essere eliminata?
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