Gli errori di Obama
Hillary Clinton, nella speranza di agguantare il voto dei democratici di sinistra nelle primarie per il dopo Obama, ha riconosciuto che i mujaidin afghani e la stessa Isis sono stati frutto degli errori di valutazione americana. Durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan gli Usa dovettero appoggiare economicamente e militarmente la resistenza afghana che si poggiava sui futuri nemici. Forse Reagan allora non aveva alternative per bloccare l’espansionismo sovietico. Più difficile è comprendere l’errore di Obama nel conflitto siriano. Gli Usa potevano scegliere di appoggiare davvero l’opposizione ad Assad, impedendo che essa finisse in mano agli integralisti. Quando Obama si decise era tardi e avrebbe finito per dare una mano proprio all’Isis che si era nel frattempo consolidata e di fatto impadronita della resistenza, unendo il livore contro la dittatura interna a quello contro un occidente indifferente a ogni sorta di strage.
Quando Obama decise di intervenire venne frenato proprio dai suoi finendo per non fare una gran bella figura. Aveva perfino dato un ultimatum dopo il presunto ricorso a armi di distruzione di massa da parte del governo siriano. Poi, scoccata la fine dell’ultimatum, non accadde proprio nulla. A quel punto l’intervento avrebbe proprio spianato la strada all’orrore dell’Isis. Non poteva saperlo? Dopo avere deciso il ritorno dall’Iraq, lasciato in una situazione caotica e con una porzione di territorio vasta ormai in mano ai terroristi, e dopo l’intervento in Libia, voluto dai francesi, ma appoggiato dagli americani, che ha dato i frutti velenosi che conosciamo, adesso Obama ritiene che il pericolo più immediato sia l’espansionismo russo.
Si può giudicare come si vuole il governo Putin, si può contestare l’intervento a sostegno della popolazione russa dell’Ucraina e l’annessione della Crimea, ma perché non applicare le decisioni della cosiddetta Minsk due, che Putin nell’intervista al Corriere, dichiara di accettare integralmente? Davvero l’emergenza non è la lotta all’integralismo islamico, ma quella a Putin? Davvero la priorità non è quella di coinvolgere la Russia, che è membro stabile del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in una lotta senza quartiere all’Isis e al terrorismo che in diverse forme sta infettando i paesi arabi e mezzo continente africano? Chieda un parere all’Egitto, alla Giordania e allo stesso Israele. Ascolti l’Europa che con la Russia ha anche il dovere di difendere le sue esigenze commerciali e forse cambierà idea. D’altronde non sarebbe la prima volta …
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