Quella foto del bimbo morto
Più ancora dei numeri disegnati a mano sulle braccia dei migranti siriani in Cechia e dei muri in Ungheria, è quella foto del cadavere di un bambino morto sulla spiaggia turca che ci prende il cuore. Chissà perché siamo un po’ tutti come Tommaso e per credere alle cose dobbiamo metterci il naso e gli occhi. Quanti sono i bambini morti in mare, quanti sono i bambini uccisi in guerra? Eppure quella foto ci stringe l’anima. Anche perché quel bimbo noi l’avevamo già visto. Con quelle scarpette e quella maglietta era nostro figlio, nostro nipote, il bimbo sotto casa nostra che giocava al pallone e rideva alla vita. Eravamo anche noi a quell’età che amavamo Rivera e Pelè. Lui no, ci guardava ma era come se ci accusasse nel suo grembo storto di averlo ucciso. E di averlo lasciato solo mentre la sua campana suonava per tutti. E noi non la sentivamo. Speriamo che anche quella drammatica foto ci sproni. Intervenire a volte è anche amare.
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