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Ma sì, disubbidiamo

30 Dicembre 2015 1.343 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Continuo a non capire perché sia stato consentito alla Francia di superare e di molto il vincolo del tre per cento tra deficit e Pil, sancito dal parametro approvato a Maastricht. Così come non capisco le ragioni in base alle quali si sia permesso alla Spagna per alcuni anni di attestarsi addirittura al 5. Non comprendo le ragioni in base alle quali il Portogallo possa salvare una sua banca con soldi pubblici e l’Italia invece non possa salvare gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche attraverso il Fondo interbancario, ritenuto una sorta di ente di stato e non un centro di raccolta di risorse bancarie private. Non comprendo, come ha recentemente richiamato anche il Presidente dell’Abi Patuelli, come si possa pretendere l’applicazione di una legge retroattivamente, il cosiddetto Bail in, peraltro non ancora approvato dalla nostra Camera dei deputati, ma solo dal Senato.

Gia molti anni orsono un leader politico italiano, costretto a scrivere le sue osservazioni lontano dalla sua patria, ebbe modo di rilevare che i vincoli di Maastricht potevano e dovevano essere cambiati, che l’Italia avrebbe potuto pretenderne un’adeguata ricontrattazione, anche perché senza l’Italia non era pensabile alcuna integrazione europea. I piloti dell’incerta barca italiana in questo disgraziato ventennio non hanno mai agito per tutelare gli interessi nazionali, ma solo per ottemperare agli imperativi di Bruxelles, accettando scriteriati patti di stabilità che hanno fatto piombare il nostro paese nella deflazione e nella disoccupazione di massa, e per di più contribuendo ad aumentare il debito pubblico che si voleva invece raffreddare. Il vecchio sistema politico non lo avrebbe mai consentito.

Ma a questo siamo. E meno male che Renzi ha finalmente deciso di alzare la testa. Non si tratta di gridare alle streghe. Ma di assumere comportamenti autonomi e se è il caso anche contro le stesse direttive europee. Il Bail in, laddove si riserva di poter attingere addirittura dai conti correnti superiori ai centomila euro, è chiaramente incostituzionale. Torniamo al caso delle quattro banche. Che senso ha stanziare solo 100 milioni per discernere quanti e quali tra gli obbligazionisti sono stati truffati? Non vorrei essere nei panni dell’Anticorruzione. Servirebbe uno psicanalista per dovere distinguere coloro che hanno considerato i rischi a cui andavano incontro e coloro che non ne sapevano nulla. Chi mai ammetterà di avere perso i suoi soldi consapevolmente? Non era meglio allora attingere dal Fondo interbancario anche quei rimanenti settecento milioni che avrebbero potuto risarcire tutti? Contro Bruxelles, d’accordo, ma a favore degli italiani.

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