Passera passerà
Che in Italia ci fosse bisogno di un nuovo partito tutto ricamato sulla figura di un ex banchiere è assai dubbio. Così come ancora più dubbi suscita l’esigenza del paese di affidarsi all’ennesimo partitino. Ma davvero Corrado Passera, che ha stanziato enormi risorse per pubblicizzare la sua organizzazione e che ha tentato senza successo di aprire filiali in tutte le province, scommetteva sul suo successo? Viviamo in un mondo che ha perso il valore dell’esperienza e della competenza. Quella per la politica viene oggi addirittura accreditata come un difetto. Abbiamo un presidente della Camera che non è mai stata deputato e un presidente del Senato che non è mai stato senatore. Abbiamo ministri che non sono stati neanche amministratori dei loro comuni. Quando qualcuno di loro inciampa in una buccia di banana non ci si dovrebbe stupire. Capita a qualsiasi neofita di commettere errori. Anche a Passera, dunque, visto che il capo di Italia unica ha scoperto la politica a cinquant’anni. Alle prime elezioni alle quali si è candidato a sindaco, nella sua Milano, ha subito fatto marcia indietro. Dubito che possa continuare a imperversare nei salotti televisivi. A giudicare, condannare, infierire. È ben noto che se ci si innamora della politica a vent’anni quest’ultima diventa una malattia incurabile. Ma se l’amore, improvviso, ti coglie a cinquanta, allora la malattia passa subito, come un’influenza.
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