Dopo il congresso
E’ stato un bel congresso, forse il migliore di quelli convocati dal 2008. Un congresso molto partecipato, con settecento socialisti presenti in sala, magnificamente organizzato dai socialisti di Salerno, reduci da un brillante risultato alle elezioni regionali, col 6% e un consigliere regionale eletto. Riccardo Nencini è stato riconfermato segretario praticamente all’unanimità con due sole astensioni (una la sua) ed è stato più volte ringraziato come uomo di governo, soprattutto dai prestigiosi ospiti (la Camusso e la Serrachiani), per avere varato la nuova legge sugli appalti anche dopo un proficuo dialogo con le organizzazioni sindacali.
Il congresso è stato in larga parte dedicato al tema della prospettiva liberalsocialista. Il perimetro è ancora molto vasto e merita ulteriori approfondimenti. Che il mondo radicale rappresenti un interlocutore è fuori discussione. La stessa proposta di nominare Pannella senatore a vita, che ho formulato nel mio intervento e che Nencini ha ripreso e rilanciato nelle conclusioni, rappresenta il doveroso omaggio all’uomo e alla sua storia, ma anche quel desiderio di marciare uniti, come del resto auspicato dal radicale Maurizio Turco nel suo bell’intervento.
Ma i socialisti e i radicali e le loro grandi battaglie per i diritti civili, incorporate nei club Loris Fortuna che si dovranno formare in ogni provincia, non bastano per le future sfide. Servono altri interlocutori: gli ambientalisti riforrmisti, i laici che stanno dalla parte dei diritti degli infedeli e non certo degli islamisti comunque camuffati e poi, certo, anche i cattolici non integralisti. Ma per riuscire nell’intento sono importanti tre condizioni.
La prima è che il mondo socialista si ricomponga. Dalla crisi del berlusconismo si sono liberate molte energie che avevano trovato rifugio nel periodo del bombardamento giustizialista di una sinistra illiberale. Oggi queste energie possono trovare nel Psi il loro naturale approdo. E poi mi riferisco a tutti i socialisti insoddisfatti e dissidenti. Che vengano a darci una mano, anche a criticarci e magari a migliorarci. Noi non consideriamo il Pd, che si divide perfino sulla legge più moderata del mondo per le unioni civili, un partito omogeneo col socialismo europeo. Poi vi è l’assoluta neccessità di mettere in calendario alcune battaglie qualificanti e originali. La conferenza programmatica ha fornito un contributo di alto livello. Dalla cogestione, al reddito di cittadinanza, dalla stepchild adoption al fine vita non sono mancate idee e anche sugggestioni.
Aaggiungiamoci le due richieste che Nencini ha avanzato sulle revisioni di Dublino e di Maastricht. Ma su un punto occorrerà affinare le lance. E cioè sulla modifica dell’Italicum. Su questo punto anche la presenza di una lucertola ha segnalato il dissenso dalla parole della Serrachiani che si pronunciava favorevole al premio alla lista. Anche il partito di Alfano, se non vorrà confluire nel Pd, dovrà mostrare le unghie. Intanto dal sottosegretario Pd Nannicini è venuta una proposta da accogliere con soddisfazione. Rileggiamo e attualizziamo la conferenza sui meriti e i bisogni. Come dire, se la sinistra vuol dire qualcosa di nuovo deve visitare il passato socialista…
Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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