Il patto di Panebianco
Nell’editoriale di oggi del Corriere Angelo Panebianco compie valutazioni sul referendum costituzionale e sul rapporto Renzi-Berlusconi che personalmente condivido. Poi formula una proposta interessante. L’analisi è convincente. Il patto del Nazareno è stato infranto da Renzi (con l’elezione di Mattarella e non di Giuliano Amato, aggiungo io). Adesso Renzi rischia di perdere il referendum, ma la sua sconfitta si trasforma anche in quella di Berlusconi, oggi costretto a stare in compagnia dei suoi più agguerriti nemici, dai grillini, ai girotondini, ai comunistii e post comunisti, insomma a coloro che lo vorrebbero distruggere non solo politicamente.
Le conseguenze sarebbero ugualmente nefaste per lui. Da un lato nel Pd riemergerebbero i post comunisti, dall’altro l’operazione Parisi sarebbe priva in un aggancio a sinistra molto utile per moderare il centro-destra. Berlusconi deve uscire dall’anomala collocazione al fianco dei suoi antichi e moderni carnefici. E assicuare a Renzi la vittoria al referendum. Come? Con un’intesa sulla legge elettorale che sancisca il ritorno al Mattarellum, una legge votata dal centro-sinistra, ma che ha sancito la vittoria di Berlusconi. Il fatto è che la nuova intesa dovrebbe essere conseguenza della bocciatura dell’Italicum da parte della Corte.
Il patto di Panebianco, avanzato in questo modo, presuppone dunque una scelta precisa di un organo istituzionale non politico. Appare paradossale che un nuovo rapporto politico dipenda dalla Corte costituzionale. Se Renzi e la maggioranza del Pd fossero disponibili a tornare al Mattarellum, non molto diverso è il Bersanellum, basta la volontà politica. Renzi in un sol colpo potrebbe risolvere tre problemi. Potrebbe aggiustare il rapporto con la sua minoranza interna (ma anche con aree della sua maggioranza, visto che il ministro Orlando propone di abolire il doppio turno e lo stesso Orfini propende, forse in omaggio ad Orfeo, il modello greco). Potrebbe aiutare Berlusconi ad uscire dalla cattiva compagnia con cui si è rintanato. Potrebbe consentire a Renzi di affrontare più tranquillamente la delicata scadenza referendaria. Dipende da Matteo, più che da Panebianco e da Grossi.
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