Il figlio di Poletti
Non mi piacciono le polemiche personali. Meno ancora quelle familiari. Però sono rimasto di stucco nell’apprendere che, mentre i nostri figli fanno fatica a trovare lavoro anche se laureati e meritevoli, il figlio del ministro Poletti, già presidente del movimento cooperativo, viva grazie a un giornale, che poi si è fuso con un altro, che ha cadenza periodica e cinquemila abbonamenti, in stragrande parte sottoscritti dalle cooperative e abbia goduto di un finanziamento dello stato pari a 500mila euro in tre anni. L’Avanti non percepisce un solo euro. E come l’Avanti anche gli altri giornali online. Non so quanto percepisca un periodico locale, ma certo é molto lontano dal contributo che viene annualmente erogato al giornale del figlio del ministro. Il quale, sia ben chiaro, ha tutto il diritto di lavorare come tutti gli altri giovani. Ma non ne ha di più solo perché figlio di Poletti, che si é perfino preso la briga di polemizzare coi giovani che vanno all’estero a lavorare. Ci mandi il suo figliolo all’estero. E consenta al giornalino super finanziato di assumere un giovane che vive, non per sua scelta, a Londra o a Berlino. Sarebbe, questo sí, un gesto coerente con le sue considerazioni.
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