Che sorpresa. Un avviso di garanzia non é una condanna…
Tutti commentano con un certo qual sospetto di evidente strumentalità la cosiddetta svolta garantista di Grillo. Ha scoperto che un avviso di garanzia è un atto dovuto, non certo una condanna, e che in quanto tale non comporta la necessità di dimissioni. Ovvio che non si tratta di svolta garantista, ma di esigenza di coprire il sindaco di Roma, dicono in previsione dell’inizio di un procedimento giudiziario a suo carico, che con le vecchie regole avrebbe comportato le sue dimissioni e nuove elezioni nella capitale, con tanto di sconfessione della moralità grillina. Questo procedimento non si applica però retroattivamente. Dunque la Muraro, solo avvisata, non sarà richiamata, e cosi Pizzarotti, che per un avviso é stato espulso, mentre Nogarin pur avvisato è in carica, e la Capuozzo, nemmeno raggiunta da avviso, é stata espulsa. Che confusione. Ma c’è una postilla che vorrei aggiungere. I commentatori televisivi e cartacei che oggi prendono atto con sufficienza che un avviso di garanzia non deve comportare alcuna dimissione perché é un atto dovuto, dove erano nel 1992-94 quando loro stessi o i loro colleghi sbraitavano il contrario e si apprestavano a contribuire allo smantellamento di un sistema politico col grimaldello degli avvisi di garanzia? Allora anche il Grillo di oggi sarebbe stato considerato un provocatore, un potenziale corrotto, un reproba. Gli italiani possono dimenticare molte cose. Ma ci sono cose che i socialisti non riescono a dimenticare…
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