Primarie Pd e socialisti
Intanto ci terrei a precisare, contrariamente a quel che sostengono i tre candidati, e cioè che il solo partito democratico (mi si consenta la tautologia) é il Partito democratico, il quale fa congressi ed elegge i suoi dirigenti, che nel nostro piccolo la comunità socialista ha svolto due congressi in un anno. Ha eletto il suo vertice e si appresta ad eleggere, coi congressi provinciali e regionali, anche i suoi quadri periferici. E aggiungo che il nostro Psi ha una federazione praticamente in ogni provincia italiana, conta su 21mila iscritti che hanno regolarmente pagato la tessera e su tanti bravi amministratori locali. Questo tanto per non dimenticare. Se il Pd si sente, ma solo in Europa, anche un partito socialista, il Psi si sente a ragione e ovunque anche un partito democratico.
Domani i socialisti non andranno a votare. Le primarie riguardano un altro partito. E i segretari é giusto che vengano eletti da chi a quel partito aderisce. Trovo bizzarro che questa prerogativa non sia esercitata solo dagli iscritti. Non accade in nessun’altra associazione, organizzazione, società, club. Questa stravaganza, figlia dell’enfatizzazzione delle primarie americane e della loro trasposizione in Italia, finisce proprio per delegittimare e anche per umiliare la funzione degli iscritti. Se nell’elezione del segretario questi ultimi valgono solo in fase eliminatoria, e nella finale a mo’ di play off vengono equiparati ai non iscritti, allora perché dovrebbero continuare ad associarsi pagando peraltro ben di più dei due euro, pedaggio per conseguire il diritto di voto?
Si specifica, e si chiede un pronunciamento più o meno ufficiale, che i non iscritti devono assicurare di essere elettori del Pd, o di averlo votato anche se non continuativamente. A parte il fatto che il voto é segreto e si può dichiarare anche il falso, credo che un partito distinto, anche se alleato del Pd, non possa che astenersi da queste elezioni. Gli iscritti di un partito non possono votare il segretario di un altro partito. Per questo ho contestato anche sui social la posizione di qualche socialista che intendeva prendere parte alle primarie del Pd. E mi sono preoccupato della scelta dei Socialisti in movimento che in un comunicato ufficiale hanno dichiarato di sostenere “non solo in Puglia, ma in tutta Italia”, la candidatura di Michele Emiliano. Ho preso atto poi delle dichiarazioni successive che negavano la partecipazione diretta al voto, come se il sostegno fosse da praticare in modo originale, cioè mandando a votare gli altri.
Penso invece che, qualora la legge elettorale, come mi auguro, renda possibili le coalizioni, si dovrebbero tenere altre primarie con tutti gli alleati, come già si fece nel 2013, quando si fronteggiarono Bersani, che le vinse, Renzi e Vendola. In quel caso sì che i socialisti dovrebbero prenderne parte. Sarebbero primarie di tutto il centro-sinistra e dovrebbero designare non il candidato premier, che in Italia non viene eletto direttamente, ma il candidato alla presidenza del Consiglio, qualora la coalizione vincesse le elezioni ottenendo il premio di maggioranza. Il candidato in caso di vittoria , dunque, visto che poi sarà il presidente della Repubblica da assegnargli l’incarico. Bisogna precisare bene tutto questo e farlo non significa alzare polveroni, ma semplicemente usare la logica e la Costituzione. Vedo che in Italia non sempre son qualità di tutti…
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