E io scrivo L’Unità…
Matteo Renzi sta presentando in lungo e in largo per l’Italia il suo libro che si intitola Avanti. Da direttore del quotidiano di partito più antico d’Italia avevo preso questo titolo anche come un segnale politico verso la nostra storia. Non é proprio così, anche se dopo la fine del Pd1, con la scissione di parte cospicua del vecchio ceppo post comunista, sarebbe stato utile non solo a quel partito, ma anche alla politica italiana, che fosse nato il Pd2, aperto al mondo laico, socialista, radicale ed ecologista. Pazienza. Fino alle elezioni non si muoverà nulla. Anzi il Pd avrà il problema non semplice di affrontare il tema della cospicua diminuzione dei suoi deputati, frutto di un premio di maggioranza che é probabile non riesca ad aggiudicarsi. Vedremo che succederà nel percorso, che si annuncia improbo, della riforma della legge elettorale già calendarizzato.
Così mi é venuta voglia di scrivere un libro intitolato l’Unità. Lo scambio dei nomi non é come quello delle partners. E’ senza produrre particolari gelosie che se l’uno fa la nostra vece, noi facciamo la sua. Questo non significa naturalmente candidarsi alla riscossione dei proventi che scaturiscono dalla nuova e fervida stagione di feste del vecchio quotidiano comunista, organo di un partito che comunista non é. E se proprio vogliamo puntare al paradosso allora partiamo dalla storica contraddizione di un quotidiano, fondato da Gramsci, che aveva già contribuito a rompere il Psi e che un paio d’anni dopo venne fondato non per unire, ma per dividere anche i lettori dell’Avanti.
E tuttavia oggi l’eresia è proprio farsi paladini di un’unità tra diversi, mentre (noi abbiamo conosciuto una lunga storia di divisioni e di scissioni) il Pd é reduce da una traumatica separazione, da un confronto interno piuttosto lacerante e la sinistra e il centro-sinistra fanno a gara a chi lavora più intensamente per perdere. Il caso Sicilia é sotto i nostri occhi e rivela un’insana volontà di far vincere gli avversari, come emerge dall’originale posizione di un partito che non accetta Alfano in coalizione dopo averlo accettato e votato al governo. Cosi oggi l’Unitá non é solo un giornale, né é solo una doverosa e provocatoria risposta al libro di Renzi. E’ anche un messaggio politico. Spero di trovare un editore, anche se non mi chiamo Matteo….
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