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Settembre, andiamo. E’ tempo di elaborare

8 Settembre 2017 762 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Oggi e domani si tiene ad Orvieto la riunione plenaria di tutti gli amministratori socialisti. Si raduna quel tessuto vivo e pulsante che sul territorio resiste e svolge attività nelle istituzioni locali. Alla recente tornata amministrativa i socialisti, col simbolo del Psi, con liste civiche, con liste di coalizione, hanno ottenuto un buon risultato. Se pensiamo che ci siamo presentati quasi nella metà dei comuni che andavano al voto, dobbiamo pur rilevare che dopo il Pd e anche prima di Alternativa popolare, non parliamo di Mdp e men che meno di Scelta civica, i socialisti si sono rivelati sul territorio il secondo partito del centro-sinistra.

Sappiamo che un conto sono le elezioni locali e ben altro sono le politiche. Scambiarle, o anche solo stabilire un rapporto tra le due, risulta un errore che può essere fatale e generare pericolose illusioni. Le elezioni comunali sono dominate da effetti locali e solo parzialmente da un flusso politico di tendenza nazionale. Quest’ultimo dà una direzione di marcia, ma il resto, e cioè il livello dei risultati, è fornito dai comportamenti amministrativi e dai candidati. A noi fa piacere che sul territorio si continuino ad affermare donne e uomini che appartengono al Psi e alla identità socialista (non abbiamo francamente notizia della presentazione di altri simboli socialisti appartenenti a nostri ex). E la cosa non ci rallegra, perché dimostra ancora una volta che oltre al nostro piccolo partito, che certo può accrescersi dall’adesione di altri socialisti che sono momentaneamente fuori, altro non c’è.

Andiamo dunque ad Orvieto convinti di trovare il meglio della nostra militanza, i nostri pochi sindaci, i nostri molti assessori e consiglieri, tutti capaci di guadagnarsi un’elezione fondata sull’impegno e la capacità amministrativa. E elaboriamo una serie di proposte che possano dare unità e dimensione ai nostri che stanno nelle istituzioni locali. Penso ai problemi della sicurezza e dell’immigrazione, che tanto gravano sulle comunità locali. Penso ai problemi del lavoro e allo sforzo (ci torneremo) che il governo Gentiloni ha profuso col decreto che istituisce il reddito di inclusione. E che chiama i comuni ad un lavoro di censimento e di graduatoria. Penso alle riforme fallite come quella sulle province che dopo il referendum non sono state abolite affatto e che sono chiamate ancora, nelle nuove versioni di aree vaste, a svolgere funzioni importanti soprattutto sulla viabilità e l’edilizia scolastica. Penso ai grandi temi della difesa dell’ambiente, alle prese ora come noi mai con fenomeni distruttivi di portata perfino imprevista. Su questo e su altro Orvieto deve dare risposte, che non siano elenchi di cose da fare o le solite e sconfortanti litanie sul futuro da costruire (e che non dipende da noi). Occorre che da Orvieto vengano lanciate quattro o cinque battaglie da fare insieme, nei comuni, province e regioni, in Parlamento e nel paese. Penso che lo dovremo fare. E lo faremo.

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