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I due forni di Di Maio

13 Aprile 2018 591 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Fu Andreotti a inventare anche questa battuta. E cioè quella del pane che la Dc avrebbe potuto comprare in due forni, quello socialista e quello post comunista nel 1991. Sembrava un sacrilegio, ma in fondo socialisti e post comunisti, che nel 1989 avevano chiesto l’adesione all’Internazionale socialista,non erano tanto distanti né dal punto di vista identitario né da quello programmatico. E poi si trattava della balena bianca che per mantenere il potere che “logora chi non ce l’ha” era disponibile ad ampliare il suo perimetro di alleanze come già fece, proprio con Andreotti, dal 1976 al 1979 con l’unità nazionale.

Oggi i Cinque stelle hanno aperto il doppio forno, provenendo da un origine di contestazione della vecchia politica. Invece si comportano assai peggio della vecchia Dc che almeno subordinava il giro dei suoi alleati a ragionamenti politici. Per Di Maio, che ha aperto una trattativa di destra e una di sinistra, Lega e Pd pari sono. Non importa che verso gli uni e gli altri, soprattutto verso gli altri, i Cinque stelle abbiano condotto una feroce campagna elettorale. Adesso vanno bene entrambi. Pur di svolgere il ruolo di prim’attori. Pur di ottenere con Di Maio la guida dell’esecutivo.

Il Pd che si divide su tutto non poteva che dividersi anche su questo. Mentre Renzi e i suoi restano fermi in una posizione di indisponibilità, Orlando e Franceschini pare vogliano aprire qualche spiraglio. A me pare più giusta e corretta la posizione dell’ex segretario e anche più rispettosa del rapporto con l’elettorato. Un governo Pd- Cinque stelle sarebbe non solo la fine del Pd che é già finito, ma di qualsiasi prospettiva di rilancio in Italia di una forza riformista europea. E un danno per l’Italia con litigi e incompatibilità evidenti al solo apparir dell’alba. Gia perché di programmi nessuno parla. Pare che d’improvviso per i Cinque stelle siano diventati più importanti i posti, vedasi spartizioni, dopo quella degli uffici di presidenza di Camera e Senato, anche delle due presidenze delle commissioni. Cinque stelle sempre peggio di Andreotti..

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