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La Rosa nel pugno

20 Novembre 2018 768 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Rinasce dunque la Rosa nel pugno, la lista elettorale del 2006, mai purtroppo trasformata in partito. Rinasce grazie alla nuova intesa tra socialisti e radicali che presto verrà presentata ufficialmente. Nuovo partito, alleanza politica, lista elettorale per le europee? Vedremo. Intanto la Rosa nel pugno, un progetto al quale non ho mai smesso di lavorare in questi anni, si darà un proprio comitato politico, lancerà un manifesto con sottoscrizioni, sarà accompagnata nel suo cammino, nel quale può allargarsi a nuovi compagni di viaggio, ambientalisti, riformisti laici e cattolici, da Radio radicale. Si tratta di un progetto che riprende forse l’unica intuizione politica nuova e coerente del vecchio Sdi, durante la segreteria Boselli.

Certo la Rosa nel pugno, composta da socialisti e radicali, é un punto d’inizio di un percorso attraversato da probabili, forse anche sconvolgenti novità politiche. Il congresso del Pd che ci sia ciascun lo dice, ma quando ancora nessun lo sa, sarà preceduto da Primarie, queste sì fissate per gennaio. Si fronteggeranno un’infinità di candidati, con due, Minniti e Zingaretti, in pool position, anche se Martina, con l’appoggio degli ex renziani Orfini e Delrio, può fungere da terzo incomodo. Non so se il Pd resterà unito, se si verificherà una scissione, se i resti di LeU ritorneranno all’ovile, magari grazie alla vittoria di Zingaretti, più propenso a una cesura netta col periodo renziano.

Certo quel che accade nel Pd, ma soprattutto quel che accade nel Paese deve essere al centro della nostra attenzione. I nuovi movimenti sui rifiuti a Roma, sulla Tav a Torino, nelle scuole, gli stessi larghi dissensi che si verificano nella compagine governativa segnalano una situazione tutt’affatto stabile. Occorrerà intercettare ogni eventuale e nuova tendenza alla quale la nuova Rosa nel pugno può recare un contributo e un supporto. Non la Rosa nel pugno dunque come una ricetta definitiva, ma come un soggetto pronto a sedersi al tavolo con partiti e soprattutto movimenti, associazioni, gruppi di persone, interessati a costruire un’alternativa credibile al sovranismo populista del governo dei vice, concordi e discordi.

Sappiamo che il dopo Craxi e il dopo Pannella (la Bonino, con la quale non siamo certamente stati noi a interrompere il dialogo, faccia quel che crede) é stato complicato per i socialisti, quanto per i radicali. Le eredità sono sempre diversamente interpretate, quando non segnate da dissidi tra gli eredi. Il mondo socialista, come oggi quello radicale, ha conosciuto diaspora, dissapori, conflitti. Se la nuova Rosa nel pugno, come primo atto, dovesse consentire quanto meno il superamento del periodo buio delle scomuniche e dei crucifige, se almeno riuscisse a far tornar voglia di identità e di battaglie politiche sulle questioni essenziali della nostra democrazia, allora un primo grande risultato questa nostra operazione politica l’avrebbe ottenuto. E credetemi non sarebbe un risultato da poco.

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