Dopo l’Abruzzo
I dati regionali non si trasferiscono mai automaticamente in quelli politici. In Sicilia il centro-destra ha trionfato e pochi mesi dopo, alle politiche, ha perso tutti i collegi a vantaggio dei Cinque stelle. Anche i sondaggi spesso sbagliano. Un anno fa pronosticavano Forza Italia primo partito del centro-destra e il Pd al 23 per cento. Sappiamo come é andata. Intrecciando però risultati elettorali, vedremo adesso la Sardegna e la Basilicata, e le tendenze fotografate dai diversi sondaggi qualcosa in più si riesce ad afferrare.
Partiamo da un dato inoppugnabile. In Abruzzo c’era un governo di centro-sinistra e adesso ce ne sarà uno di centro-destra. Quel che é avvenuto in Friuli, in Molise, in quasi tutti i comuni dove si é votato nel corso dell’anno, si é ripetuto anche in questa circostanza. La vittoria del centro-destra, seconda conferma, é legata all’avanzata impressionante della Lega, che anche in Abruzzo diventa il primo partito. Le caratteristiche del centro-destra vincente sono quelle di un’alleanza tra Lega salviniana e alleati minori, compresa Forza Italia.
Il terzo dato, inoppugnabile, é la sconfitta del movimento Cinque stelle. E’ vero che il fenomeno grillino é d’opinione e decresce sempre quando il voto si cala sul territorio ed é condizionato dai candidati, ma un conto é la diminuzione dei consensi, un conto é il tracollo. Perdere più della metà dei voti induce a ritenere che la sconfitta non sia fisiologica, ma anche e soprattutto politica e che i sondaggi che pronosticano un calo attorno al 10 per cento dei voti dei Cinque stelle abbiano un fondamento.
Il quarto dato riguarda il centro-sinistra che riesce ad ottenere voti quando non é rappresentato dal solo Pd. Anzi il Pd continua, in Abruzzo come altrove, la sua inesorabile discesa. Ne prendano atto i contendenti alle primarie e al congresso. Il Pd in quanto tale non é oggi la risposta idonea al rilancio di un’area politica riformista in Italia. Lo dico soprattutto in relazione alle elezioni europee dove é augurabile che l’idea di una lista europeista e non pidina prenda piede.
Dopo le regionali sarde e lucane, dopo le elezioni europee, a mio avviso il governo avrà le ore contate. In politica sono i disequilibri che determinano le rotture e quello così largo tra Cinque stelle, probabilmente in caduta libera, e Lega, probabilmente in ascesa vertiginosa, non potrà che provocare o una presa di distanze dei Cinque stelle per difendere e rilanciare la loro identità, o una forte tentazione della Lega di verificare i termini del suo successo. O tutte e due le cose insieme. Soprattutto in una fase in cui la sinistra italiana pare niente più di un comprimario. E per di più incapace, come quasi sempre nella storia é accaduto, di unirsi e rinnovarsi.
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