Stadiopoli o Raggiopoli?
Che solo in Italia dopo dieci anni di chiacchiere non si sia riusciti a deporre la prima pietra su uno stadio privato ë scandaloso. In Inghilterra in due anni hanno rifatto Wembley. Ma che prima di iniziare lo scavo delle fondamenta siano già stati incarcerati per tangenti alcuni amministratori ha dell’inverosimile. Aggiungiamo che tutto questo é avvenuto sotto un’amministrazione grillina che si vanta del requisito dell’onestà. Anzi che giudicava i suoi adepti onesti e tutti gli altri ladri. Dopo il caso Marra, é esploso il caso Anzalone, poi quello più clamoroso, e cioè l’arresto del presidente del Consiglio comunale De Vito, il Robespierre capitolino, e oggi ecco un nuovo indagato e cioè l’assessore allo sport Frongia, già vice sindaco e uomo di fiducia, come lo era stato Marra, della sindaca Raggi.
I casi De Vito e Frongia sono differenti. Il primo é accusato di aver percepito tangenti e lo confermerebbe una registrazione telefonica con l’amico Mezzacapo che rivelerebbe una tangente di 400mila euro. Frongia é accusato di aver segnalato l’assunzione di un’amica alla società del costruttore Parnasi, poi non avvenuta per l’arresto dello stesso Parnasi. Resta un’inquietudine profonda, dovuta anche alle sostituzioni di metà giunta, dei vertici delle aziende, del direttore generale, unite all’immobilismo della giunta stessa. Sembra di essere passati da Mafia capitale a Confusione capitale, condita con comportamenti che non hanno certo segnato discontinuità col passato, anzi vi hanno immesso alte dosi di inefficienza, di inesperienza, di incapacità.
Ecco perché da Stadiopoli a Raggiopili il passo è breve. E’ inutile con un socialista parlare di garantismo. Penso che le espulsioni senza diritto di difesa e solo avvenute alla luce di un inizio di procedimento giudiziario diano l’immagine di un movimento che punta solo a tutelare più se stesso, cioè il suo gruppo dirigente, che non i valori del rispetto dei singoli. Credo però che costoro la debbano smettere di proclamare una presenta superiorità morale, debbano ammettere il completo fallimento della loro esperienza capitolina, debbano al più presto considerare che le dimissioni di un sindaco che non vede, non sente e non parla, sarebbero un vantaggio per Roma e per l’Italia. Cos’altro deve avvenire e cosa direbbero i grillini se in questa situazione si fossero cacciati gli altri? Tornerà a parlare anche Di Battista o é stato sarcofagato in qualche armadio segreto del Campidoglio?
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