A fianco delle forze armate
Tutta la mia, la nostra, solidarietà alle Forze armate italiane in questa solenne celebrazione della nostra Repubblica. Un sincero e commosso riconoscimento per l’impegno e la generosità che hanno saputo manifestare in tutte le missioni di pace nel mondo nelle quali sono impegnate su mandato del governo e del parlamento italiano. E ai tre ex capi di stato maggiore, che oggi sono assenti per protestare contro gli attacchi ignobili dei Cinque stelle, vada tutto il nostro sostegno e il vivo ringraziamento per quanto hanno saputo fare nel nome dell’Italia repubblicana.
Le frasi di Di Maio sule pensioni, i mancati finanziamenti alle missioni e il loro sostanziale disconoscimento, i tagli alla difesa sono provvedimenti irresponsabili di un governo senza futuro e i Cinque stelle rappresentano quella tendenza qualunquista e deteriore che l’elettorato italiano ha finalmente punito in modi irreversibili col voto europeo. E’ la prima volta che la festa del 2 giugno si svolge in una siffatta contrapposizione che nemmeno ai tempi della guerra fredda si era manifestata. Anzi la festa del 2 giugno, in nome dei valori repubblicani e della Costituzione italiana che dall’elezione dell’Assemblea costituente prese piede, sono stati, assieme a quelli patriottici e liberali del 25 aprile, é sempre stata celebrata come momento di unità nazionale, anche quando democristiani, socialisti e comunisti stavano su fronti opposti.
I Cinque stelle, ignoranti di storia e dilettanti in politica, sono riusciti nel capolavoro di contrapporre addirittura il vertice sia pur passato (quello presente non poteva mancare alla festa per motivi di rispetto istituzionale) con il governo italiano. Un caso forse unico in sede europea e internazionale. I valori del 2 giugno sono i più presenti nella storia socialista italiana. Per la repubblica e per la costituente si batté con forza Pietro Nenni che nel 1944 contrastò la svolta di Salerno di Ercoli (Togliatti), appena sbarcato dall’Urss, che su ordine di Stalin aveva messo da parte la pregiudiziale repubblicana e partecipato ai governi monarchici. I socialisti più di ogni altra forza politica furono repubblicani e laici, anche di fronte al connubio catto-comunista sull’articolo sette della Costituzione.
La non partecipazione del Psiup al secondo governo Bonomi (contrariamente al Pci) ha il significato di una decisa e irreversibile scelta a favore della Repubblica, una scelta che venne premiata col voto del 2 giugno 1946, quando ai socialisti (20,6) fu affidata la maggioranza dei voti della sinistra (col Pci fermo a poco più del 18). Oggi i socialisti sono intransigentemente collocati a difesa della nostra democrazia dagli attacchi del qualunquismo populista, sono dalla parte delle nostre forze armate, sono dalla parte di chi giustamente protesta contro gli ignobili attacchi a chi difende le decisioni di un Parlamento eletto dal popolo. Sono dalla parte di chi ha capito da chi viene un insolente e sgangherato colpo alla logica e al buon senso di uno stato fondato, non sull’alterigia e sull’insolenza, ma sulla collaborazione e il rispetto delle istiuzioni.
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