Il caso M
Sì é dunque spenta la nostra Rita Moriconi, unica consigliera regionale del Psi nell’ultimo quinquennio del governatore Errani. Se n’é andata dopo un evento che l’aveva portata negli ultimi sei anni in uno stato praticamente vegetativo. Aveva solo gli occhi aperti che di tanto in tanto lacrimavano. Pochi anni prima del suo malore era stata inquisita, come molti altri consiglieri regionali, per le spese sostenute. Ma quel che successe a Rita fu di più. A lei contestarono anche l’acquisto di un sexy toy, in realtà acquistato da altri a sua insaputa. Per questo sarà definitivamente assolta. Ripubblico le sue parole pronunciate dopo l’assoluzione “La fuga di notizie mi ha creato diversi problemi come donna e come mamma di una bambina piccola. Il mio viso finì in tv e sui giornali, associato ad oggetti per soli adulti. Ho dovuto tenere mia figlia lontana dalle edicole. Ancora mi arrivano messaggi offensivi”. Read the full story »
Navalny e Assange: nessun paragone
Condivido il documentato articolo di Giuliano Ferrara apparso quest’oggi su Il Foglio. Non è accettabile alcun paragone tra il caso Navalny e quello Assange. Non è accettabile, per esempio, che Reggio Emilia dia la cittadinanza onoraria ad Assange mentre a Navalny i Cinque stelle dicano di no uscendo dall’aula. Le differenze tra i due casi sono abissali. Assange è vivo e sta bene. Navalny è stato probabilmente assassinato. Assange ha rivelato dei segreti militari, Navalny ha solo rivelato che in Russia non c’è libertà. Assange è trattenuto in un paese dalle consolidate tradizioni democratiche mentre Navalny era trattenuto in una prigione di tre metri per due in Siberia. Navalny era già stato avvelenato da agenti segreti russi e salvato in una clinica di Berlino. Putin già si era macchiato di terribili atti di sangue anche prima dell’aggressione all’Ucraina. I casi ormai non si contano. Assange, con le sue rivelazioni di segreti militari, ha messo a rischio tutte le missioni americane compresa quella in Afghanistan e in prospettiva il sostegno militare alla resistenza ucraina, Navalny ha condannato l’aggressione russa. Il giudizio di Londra, ove vige democrazia e separazione dei poteri non è paragonabile a quello pronunciato dai tribunali russi che seguono passivamente i dictat del governo. Tanto è vero che dopo l’estradizione dall’ambasciata dell’Equador, che aveva concesso ad Assange l’asilo politico poi ritirato, le due sentenze dei tribunali del Regno Unito hanno prima negato e poi concesso il trasferimento negli Stati Uniti. Potrei continuare. Detto ciò mi auguro, come Ferrara, che Assange possa presto abbracciare sua moglie e i suoi due figli ma non paragoniamo i due casi. Per carità e per verità.
Chi infanga Navalny
E’ forse la prima volta, dal delitto Moro, che tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento si siano unitariamente presentate in una manifestazione di protesta. Unitariamente contro Putin dopo la morte del suo più tenace oppositore: Euvgheny Natalny. Possiamo parlare di diverse sensibilità e di toni non identici (penso agli interrogativi che ancora si pone il rappresentante della Lega) ma da Sinistra Italiana a Fratelli d’Italia tutti i gruppi parlamentari erano presenti all’iniziativa sollecitata da Carlo Calenda, sia pur con delegazioni non omogenee. Questa unità non si é verificata a proposito dell’aggressione della Russia all’Ucraina e soprattutto sul tema degli aiuti militari alla resistenza eroica di quel paese. Read the full story »
Navalny come Matteotti
Un eroe e un martire come Giacomo Matteotti questo Alexej Navalny, leader dell’opposizione russa, morto nella colonia penale numero 3 di Kharp in Siberia. Sì in Siberia dove ai tempi di Stalin venivano spediti i presunti oppositori alla sua spietata dittatura. Eroe perché, pur sapendo che il tiranno sanguinario gliel’avrebbe fatta pagare, Navalny é rientrato in patria dopo l’esilio tedesco. Come Matteotti aveva denunciato le violenze fasciste nella campagna elettorale del 1924, tra le quali spicca il brutale assassinio di Antonio Piccinini, candidato del Psi, prima ammazzato e poi appeso a un ferro lungo i binari di una ferrovia, anche Navalny aveva denunciato gli orrori di Putin, già prima dell’aggressione all’Ucraina, con le guerre in Cecenia, Georgia e Crimea. Martire come lui, perché ucciso, come tanti altri (a fronte degli omicidi di Putin impallidiscono quelli di Mussolini) dopo una passeggiata e la testimonianza di coloro che l’avevano visitato era che si trovasse in buona salute. Read the full story »
Intini onesto, ma gli altri…
E’ evidente che Ugo Intini sia stato “onesto, frugale, perbene, colto”, come viene descritto da alcuni giornali. Ma é possibile che non si possa dire che é stato socialista autonomista e riformista? Cioè che si porti la sua figura sul versante morale contrapponendola agli altri socialisti, evidentemente “disonesti, sperperatori, criminali e ignoranti”? Sono passati oltre trent’anni e non si é capito nulla di quello che é accaduto? Io ho conosciuto operai, contadini, pensionati che hanno pianto nel biennio giudiziario perché non potevano recarsi al bar del loro paese senza essere offesi. E ho scritto un libro per testimoniare come il 95% dei parlamentari del Psi, dopo aver subito la vergogna di una persecuzione senza eguali, sono poi stati assolti. Nessuno li ha mai ripagati degli anni impiegati a difendersi abbandonando la politica e tutti gli incarichi da innocenti. Potrei citare tra i tanti il caso di Natalino Amodeo, privato della libertà per oltre un anno per un reato che non poteva avere commesso in quanto non ricopriva all’epoca l’incarico che aveva il potere di commetterlo, e invece di accorgersi dell’errore i magistrati hanno continuato ad accusarlo, per poi essere definitivamente assolto dopo anni. E il caso della povera Roberta Breda che é morta a causa delle tensioni provocate da un inchiesta assurda, quello di Vincenzo Balzamo, che morì d’infarto al primo avviso di garanzia, quello di Gabriele Cagliari che si suicidò in carcere dopo che il magistrato, Fabio De Pasquale, gli aveva promesso la scarcerazione e invece di firmarla se n’andò al mare (rivolsi a proposito un’interrogazione al ministro della Giustizia senza ottenere risposta perché un socialista non ne aveva diritto, come l’Avanti non aveva diritto, al pari di tutti gli altri giornali, a una sovvenzione pubblica e fu costretto a chiudere, il più antico giornale dei lavoratori, nel 1993). Read the full story »
Quel che penso di Renzi e Calenda
Fin dalla nascita del governo giallorosso, unitamente al compianto Ugo Intini il cui ricordo verrà celebrato al più presto ad opera della nostra associazione nei locali della Camera dei deputati, avevo manifestato l’opinione di collocare i nostri rappresentanti all’opposizione assieme a Emma Bonino e Matteo Richetti. Poi avevo salutato, sull’Avanti, con favore, la nascita del gruppo Psi-Italia viva patrocinato da Renzi e dal nostro Riccardo Nencini, a cui si doveva attribuire una valenza politica. Al congresso tentai di convincere il partito a non entrare nelle liste del Pd e di dialogare con Renzi e Calenda, Read the full story »
Ciao Ugo, grande cuore del socialismo italiano
La notizia della morte di Ugo Intini non può che provocare dolore nei suoi compagni di viaggio, ma anche nei suoi avversari politici. A lui tutti riconoscevano profonda coerenza intellettuale e assoluta purezza di comportamento. Era il grande cuore della storia socialista degli ultimi cinquant’anni. Era milanese, autonomista come la nidiata di giovani raccolti attorno a Bettino Craxi, da Claudio Martelli, a Carlo Tognoli, a Nuccio Abbondanza, a Carlo Fontana, a Ferdinando Mach, a Gigi Da Rold, solo per citarne alcuni. Giornalista della redazione milanese dell’Avanti apparteneva a una tendenza, quella autonomista, non disposta a piegarsi ai voleri del Pci e neanche della Dc. Apparteneva a un partito che a Milano eleggeva Pietro Nenni e Loris Fortuna ed esprimeva i migliori sindaci della città. Ugo scriveva e mi insegnò l’arte dello scrivere. Ad esempio che prima si fanno i titoli e poi si espone il contenuto, già sintetizzato nel titolo. Fu direttore de “Il Lavoro nuovo” di Genova e amico di Sandro Pertini che lo accolse con favore come suo successore alla Camera. Read the full story »