Attenzione Giorgia
La presidente del Consiglio non deve solo stare attenta alle persone con le quali parla al telefono (quelli che si fingono rappresentanti dell’Unione africana e sono invece due comici russi, che si divertano o siano messaggeri delle nostre debolezze non saprei). Giorgia deve stare molto attenta anche all’iter della sua riforma costituzionale. Personalmente avanzo due dubbi sul testo diffuso, di carattere generale. Uno di buon senso. Già criticai la legge elettorale definita Italicum avanzata da Renzi al tempo della sua presidenza del Consiglio, che di fatto, col culto del sindaco d’Italia, istituiva una sorta di premierato. Che questo sistema non esista in nessuna parte del mondo non può essere trascurato. I sistemi conosciuti e sperimentati con più o meno successo, sono due, tutti con variabili: quello presidenziale e quello parlamentare. Il modello presidenziale poi si può suddividere in presidenziale puro (Stati uniti) e semipresidenziale (Francia) e quello parlamentare in parlamentare puro (Italia) e parlamentare con cancellierato (Germania). Read the full story »
L’antisemitismo illiberale
Non avrei scritto nulla di polemico nei confronti del documento Onu se, assieme alla richiesta di una sospensione dei bombardamenti su Gaza per tutelare i civili, come credo sia giusto perché migliaia sono ormai gli innocenti caduti (e perché credo che non sia questo il modo per sconfiggere i tagliagola) fosse stata inserita una condanna nei confronti del terrorismo di Hamas. E mi chiedo se con questa grave omissione l’organizzazione delle Nazioni unite non abbia perso credibilità. Non é più in grado di inserirsi nei conflitti per la sua scarsa disponibilità militare ma anche a seguito dei veti politici, non può prendere posizione neppure contro chi compie una strage di uomini, donne, ragazze, ragazzi e bambini compiuta freddamente e sostanzialmente approvata dall’Iran, dal Libano, almeno per la parte Hezbollah, dall’Algeria, dalla Russia, che ha addirittura ricevuto al Cremlino una delegazione di quegli orrendi assassini, mentre la Cina, la Turchia e gli altri paesi arabi non hanno espresso una parola di condanna. In molte nazioni si susseguono manifestazioni contro Israele e a Roma la bandiera israeliana é stata strappata davanti alla sede della Fao. In nessun corteo si fa cenno alla strage di israeliani (ebrei, come vengono definiti) e al terrorismo di Hamas. Read the full story »
La prima cosa buona (di Elly)
La segretaria del Pd Elly Schlein ha annunciato che il Pd (contrariamente al Movimento Cinque stelle di Giuseppe Conte) non parteciperà all’iniziativa pacifista promossa dall’Associazione pace e disarmo di quest’oggi. Il motivo addotto é che non vi é da parte dei promotori una netta condanna del movimento terroristico di Hamas. La decisione é stata assunta dopo aver consultato la commissione dei quattro esperti di politica estera, cioè Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Alessandro Alfieri ed Enzo Amendola. Bene. Finalmente una presa di posizione giusta. Resta tuttavia da chiedersi come possa essere credibile una coalizione fondata sull’asse Pd-Cinque stelle, alla luce di scelte così distanti di politica estera, che già si erano manifestate in occasione degli aiuti militari all’Ucraina col partito di Conte strumentalmente contrario all’invio di nuove armi e col Pd favorevole. La posizione di Conte su Israele e Hamas appare ancora più grave e lacerante. I Cinque stelle si accingono a partecipare a una manifestazione che, a giudizio del Pd, non condanna Hamas. Read the full story »
Teatrino italiano
Che il compagno della presidente (l’ex compagno sarebbe meglio ora dire) fosse un tipo un po’ bizzarro lo si era capito già dalle dichiarazioni precedenti. Sei l’uomo del primo ministro e hai gli occhi puntati su di te. Calibra bene quel che dici. Poi l’exibition day in salsa erotico-maschilista ha fatto crollare tutto. A’ Giorgia ma chi ti eri messa in casa? Oggi Marina Berlusconi ha confermato che non é stata Mediaset a tessere le trame di un tranello messo in pratica da quel diavolaccio di Ricci e dal suo Striscia la notizia. Anzi é stata lì a ribadire stima e fiducia alla Meloni, che aveva gia anticipato in chiave dannunnziana quel paragone della pietra e dell’acqua. Ma il tutto messo insieme non quadra. Vediamo le cose in salsa Mediaset. Uno dei programmi più seguiti di Canale 5 mette in onda un video sull’uomo del presidente innocentemente. Il responsabile non presume che esso possa avere conseguenze politiche? Allora Ricci é un fesso. E un fesso non é. Tanto che, ben cosciente della sua scelta, non ha poi perso tempo a dichiarare che il presidente del Consiglio lo avrebbe dovuto prima o poi ringraziare per l’effetto che aveva suscitato. Cioè la separazione da Giambruno. Ben cosciente dunque di quel che quel video, se messo in onda, avrebbe provocato. E in questo caso la scelta di non avvisare la proprietà (se Marina dice il vero) é una dimostrazione di forza e di assoluta autonomia. Un Ricci Rambo. A questo punto Marina potrebbe richiamarlo o addirittura sospendere la sua trasmissione. Cose che non sono affatto avvenute. Veniamo alla Meloni. Siccome l’aneddoto sulla pietra (lei stessa) e le gocce d’acqua (i suoi avversari che tentano invano di indebolirla) non penso sia casuale, e siccome era proprio riferito alla messa in onda di quel video, a chi si riferiva? A Mediaset, che smentisce, a settori di Forza Italia che avevano contatti diretti con Striscia la notizia, a chi altri? La pietra rimane pietra e l’acqua rimarrà acqua. Ma chi sono i personaggi che si sono divertiti a spruzzarla? Mistero.
Se Hamas fosse un commando di ebrei
Siamo sempre al solito punto. Parlo della sinistra ideologica, quella radical chick, quella di piazza e di champagne. Quella che ho sempre contestato in nome del riformismo muto e del socialismo liberale e dei diritti. Quello di una sinistra che cambia, non dogmatica e settaria. Di una sinistra che sa mutare opinione mantenendo una sua coerenza sulle idee di fondo. E che forse si é dispersa e rarefatta in Italia perché non la vedo. E se la cerco non la trovo. Tentiamo uno scambio di ruoli. E cioè che sia stata Israele a invadere con alcune centinaia di kamikaze la Striscia di Gaza ammazzando e sgozzando ragazze e ragazzi e perfino bambini. E facciamo che la sera stessa in Italia si promuovessero manifestazioni contro i palestinesi così orrendamente trucidati. E’ talmente inverosimile questo capovolgimento della realtà da non poter essere minimamente creduto, lo so. Ma sapendolo si acquisisce già una differenza incancellabile tra Tel Aviv e Hamas che non può essere ignorata neppure da Santoro, quello del né-né come ai tempi delle Bierre. Ma continuiamo col paradosso inverosimile. Pensate voi che la sinistra della piazza non si sarebbe riversata compatta in tutti i vicoli, non avrebbe issato le bandiere palestinesi ovunque, non avrebbe gridato all’orrore? Beppe Severgnini si chiede oggi il motivo per cui una certa sinistra non riesce a condannare fermamente Hamas. E’ poi la stessa sinistra che non riesce, se non dopo molti distinguo, a stare da una parte sola della barricata in Ucraina, cioè dalla parte dell’aggredito. E la ragione sta nella natura prevalentemente anti occidentale della sinistra italiana, nella sua ideologia che nega all’Occidente il diritto di vivere come vive. Read the full story »
I bombardamenti, i bambini e le manifestazioni
F so che i bombardamenti israeliani provocano troppe vittime civili. E troppi bambini morti. Che Gaza é un inferno dove vivere é impossibile. Che privare un’intera popolazione di ciò che le serve per l’esistenza é crudele. E se c’e da protestare per questo ci sto anche io. Ma facciamo macchina indietro e cerchiamo insieme di capire. A Gaza si ë installato da anni un gruppo terroristico, Hamas, che non riconoscendo il diritto all’esistenza di Israele, tenta ogni giorno di distruggerlo e di terrorizzarlo. Sono cinquemila i razzi che partono ogni giorno da Gaza verso il territorio israeliano generalmente neutralizzati dalla contraerea di Tel Aviv. Hamas ha costituito a Gaza un regime dittatoriale violento inaugurato dall’assassinio dei suoi oppositori dopo le elezioni del 2006. Ha preso possesso della striscia di Gaza dopo una furiosa guerra col Al Fath nel 2007. Ha costruito una politica di offesa, commettendo e rivendicando diversi attentati contro civili israeliani tra cui quello di Gerusalemme e poi di Rishon nel 2003,(16 vittime civili ciascuno), il massacro del bus 37 ad Haifa (17 vittime civili, la maggior parte delle quali bambini e adolescenti) e molti altri soprattutto durante la seconda intifada provocando centinaia di vittime civili e militari. Dal 2001, ha più volte attaccato Israele con razzi principalmente Qassam e, in misura minore, razzi per BM-21 Grad, venendo accusata dall’Organizzazione della difesa dei diritti umani di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Read the full story »
L’ultimo Staino era con noi
Naturalmente nessuno lo ricorderà. Ma Sergio Staino negli ultimi anni di vita si era talmente avvicinato alla storia e alle ragioni dei socialisti che accettò una mia proposta di collaborazione gratuita all’Avanti. Sergio di prestò così a commentare con le sue brillanti, pungenti, ineguagliabili vignette i fatti del giorno. Era diventato molto critico nei confronti della sinistra ufficiale e in particolare del Pd. Sergio odiava il politichese e tutte le finte bardature dialettiche dietro le quali non si celava il ragionamento. Come tutti i cavalli di razza era spietato innanzitutto con se stesso. Non ho conosciuto, se non attraverso i suoi scritti e i suoi disegni, il Sergio Staino de l’Unità e di Cuore, il suo Bobo a metà tra lo spaesato e il populista. Ho conosciuto il Sergio Staino riformista che era attento alle ragioni dei socialisti e condivideva il fatto che la fine del Psi fosse dipesa soprattutto da un’indagine giudiziaria sbilenca che aveva guardato da una parte bendandosi gli occhi su un’altra.pareva quasi si sentisse in bisogno di contribuire a una sorta di riparazione. Sergio Staino era un intellettuale sempre alla ricerca della verità. E’ arrivato al nostro mondo trovando il cuore dei resistenti. Penso che gli siamo piaciuti come luo è piaciuto a noi. Oggi piangiamo la sua dipartita come si piange quella di un compagno di viaggio. Dell’ultimo viaggio, per lui.