L’articolo odierno di Angelo Panebianco sul Corriere odierno sul comportamento degli europarlamentari italiani rispetto all’uso delle armi in territorio russo é da sposare appieno. Così come la risposta del figlio di Andreotti alle accuse ad un “famoso uomo politico” sull’omicidio del generale Dalla Chiesa formulate da sua figlia Rita, deputata di Forza Italia, sposate da tempo dal fratello Nando, già parlamentare della Rete di Orlando. Dunque da Fratelli d’Italia a Sinistra italiana e Verdi passando per la Lega, Forza Italia, Pd e Cinque stelle l’Italia é stato l’unico paese che ha unito l’intero arco politico a un no all’uso delle armi inviate dall’Europa per smantellare lebasi militari russe che sparano bombe sulla città ucraine, ovvero contro il paragrafo 8 della risoluzione, che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. Le eccezioni sono state poche: nel Pd da segnalare Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini, mentre sei europarlamentari tra i quali il presidente del partito Stefano Bonaccini sono usciti dall’Aula e Giorgio Gori, assente, ha fatto sapere che avrebbe votato sì. Un paio di defezioni anche in Forza Italia. Dagli altri partiti nessun distinguo. Cosi l’Italia si isola ancora una volta non solo dagli altri grandi paesi europei, la Germania, la Francia, ma anche dai gruppi parlamentari di riferimento. Il gruppo socialista a cui aderisce il Pd ha votato sì come il gruppo popolare a cui aderisce Forza Italia. E fin qui… La massima contraddizione sta nel fatto che Fratelli d’Italia, Forza Italia e Pd hanno invece votato la risoluzione (il voto finale era comprensivo di tutti gli articoli) che conteneva anche l’aborrito articolo 8. Una bella immagine dell’Italia, con una politica estera chiara, coerente, coraggiosa. Una vergogna. Un senso di profonda nausea mi ha provocato questa dimostrazione da saltimbanchi. Prima no e poi sì. Che é poi l’atavica posizione italiana che avevamo, con Craxi e De Michelis, ma prima ancora con De Gasperi e Moro, tentato di cancellare. L’Italia dei timori, delle reticenze, dei valori spaccati a metà. L’Italia dell’amore del Diavolo e l’Italia degli atei devoti di cui parla Panebianco. L’Italia che, per bocca di Rita della Chiesa, accusa un “famoso uomo politico” di responsabilità nell’omicidio di suo padre ma non dice il nome e gli risponde il figlio di Andreotti che ha capito bene come abbiamo capito tutti noi a chi si riferisse. Un’Italietta, pizza, mandolino e spaghetti. Quella della guerra a metà, delle armi a metà, della solidarietà a metà e delle accuse di un omicidio a metà.