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Mediazione e pace

E’ evidente che lo scioglimento della Wagner e l’isolamento del suo capo Prigozhin a Minsk, che si fida a tal punto delle garanzie di Lukascenko da scegliere un albergo senza finestre, indeboliscono dal punto di vista militare le armate russe in Ucraina. Sarà anche per questo che i vertici ucraini guardano con un misto di indifferenza e di sospetto alla missione del cardinal Zuppi a Mosca. Privata di effetti politici e diplomatici questa iniziativa é invece appoggiata da Kiev in particolare per la questione, sollecitata con forza, del possibile ritorno in patria dei bambini ucraini deportati in Russia: accusa che è costata tra l’altro a Putin l’incriminazione per crimini di guerra dalla Corte internazionale dell’Aja. Read the full story »

28 Giugno 2023 No Comments 205 views

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E adesso?

a vedere la foto del militare che guidava la brigata Wagner verso Mosca, certo Utkin, volto da terribile guerriero astrale con tatuaggi nazisti (a proposito di denazificazione ucraina) e dai ritrovamenti di cui si parla, di decine di milioni, armi e droga nel comando militare della Wagner di Sanpietroburgo di Prigozhin, vien quasi da tirare un sospiro di sollievo sul fatto che costoro non abbiano conquistato il potere. E invece… Ma restiamo ai propositi formali dichiarati quest’oggi dallo stesso Prigozhin, pare dal suo rifugio in Bielorussia. Partiamo dal cosiddetto rifugio. Davvero il vassallo di Putin, cioè Lukaschenko, é in grado di proteggere il suo cuoco senza il consenso dello stesso Putin? E perché Putin accetta che Progozhin sia protetto? Read the full story »

27 Giugno 2023 No Comments 171 views

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Dietrofront
Sarebbe come se l’abborracciata armata fascista dell’ottobre del 1922 si fosse fermata a Perugia. D’accordo che il re non aveva firmato il decreto sullo stato d’emergenza che il governo Facta aveva approvato. Ma una ragione sul fatto che per 700 chilometri la brigata Wagner abbia potuto marciare indisturbata con il proclamato obiettivo di puntare su Mosca ci deve essere. Lo stop improvviso è stato deciso per evitare di versare sangue russo, come ha dichiarato Prigozhin? Ma non aveva poco prima sostenuto che i suoi 25mila uomini erano pronti a morire? Stonava solo il fine. Poteva essere solo quello di esautorare il vertice militare (Shoigu) e non quello politico? Quando mai un colpo di stato lascia intatto un governo puntando alla rimozione di un ministro? E l’intervista di Prigozhin che finiva per sposare tutte le tesi occidentali e ucraine sulla guerra? Ripetiamole. Nel Donbass da otto anni non ci sono bombardamenti mentre i russi hanno continuato una guerra civile, l’Ucraina non costituiva alcun pericolo per Mosca e la Nato non ha mai pensato di attaccarla. La denazificazione è solo un pretesto. Dunque? Bastano le condizioni che il mediatore Lukaschenko ha prospettato e cioè di aver salva la vita per lui e la non perseguibilità per i suoi? Forse anche il dietrofront dalle disposizioni governative in base alle quali si poteva derogare dalla decisione di porre sotto comando unico anche le brigate private come la Wagner e che ha scatenato la reazione di Prigozhin è stata al centro della trattativa? Solo ipotesi. Tutto come prima allora? Niente affatto. Intanto la figura di Putin costretto a smentire il proclama televisivo di ieri sui traditori che avranno la fine che si meritano e che non sappiamo se sia stato al Cremlino o sia fuggito a San Pietroburgo esce fortemente indebolita. E così l’immagine di un popolo che sarebbe tutto con lui  Le visioni di uomini, donne e bambini che plaudono e si stringono ai soldati della Wagner mentre si dirigono verso la capitale uniti alla mancata reazione popolare a un tentativo di colpo di stato fanno presumere che così non sia. Le famiglie delle centomila vittime e dei feriti dell’initile guerra non possono rimanere indifferenti. Siamo a una svolta? Lo si vedrà sul campo e all’interno della Russia. Adesso gli ucraini devono dimostrare che l’offensiva di Primavera sta dando dei risultati. Per ora le conquiste di territorio, che resta per il 20 per cento in mano ai russi, sono modeste. Certo che l’alternativa alla resistenza per respingere il nemico oltre i confini del 24 febbraio del 2022 o addirittura entro quelli del 1991 e cioè la trattativa con Putin sta perdendo efficacia. Putin è un re travicello che ha mostrato di poter perdere il potere qualora qualche migliaio di uomini non avesse innestato la marcia indietro e nella sostanziale indifferenza del suo popolo. Un Facta senza re tremebondo. Se quello di Prigozhin è stato una prova adesso qualcun altro sa che puntare alla rimozione di Putin e dei suoi non è così difficile.

 

25 Giugno 2023 No Comments 265 views

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Attacco al Cremlino

Seguiamo ad horas quello che sta avvenendo in Russia con trepidazione e speranza. La trepidazione é relativa alla possibile reazione di Putin al tentativo di sollevazione (fin dove arriverà ancora non é chiaro) di Evgeny Prigozhin, il capo della Wagner e dei suoi adepti che hanno intenzione di marciare fino a Mosca per ribaltare “il potere militare russo” (ma in realtà per puntare a una sorta di colpo di stato politico perché non é che su possa colpire Soighu senza colpire Putin). La speranza é che il regime che ha voluto aggredire uno stato libero e sovrano provocando lutti e distruzioni immani finalmente possa uscire di scena e l’Ucraina possa ritrovare la pace. Se guardiamo al passato di questo novello Lenin che vuole ribaltare come nel 1917 il potere dello zar, viene da piangere. Trattasi di una sorta di avventuriero. Ma in realtà cos’era San Paolo e cos’era prima dell’impresa risorgimentale lo stesso Garibaldi? Capita che le azioni giuste siano messe in campo da uomini ingiusti. Read the full story »

24 Giugno 2023 No Comments 220 views

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Le tre canzoni della segretaria

Nella sua relazione, non messa in votazione in Direzione perché si sarebbe verificata una spaccatura, la Schlein ha toccato passaggi decisivi della storia musicale italiana. Le sue citazioni sono state riprese dai testi di canzonette di Nicolò Fabi, di Silvestri e di Diodato. Nulla da eccepire sulla opportunità e neanche sulla attualità dei richiami. Un po’ scontato quella di “Non fate rumore” di diodatesca e sanremese memoria. Più simpatica quello dei 4mila e più motivi di Silvestri. Non comparsi invece i 7mila caffé di Alex Britti per non determinare eccessivo nervosismo in sala. Mi chiedevo se Pietro Nenni nella relazione al congresso di Venezia del 1957 avesse citato Nilla Pizzi, Claudio Villa e Giorgio Consolini. Sarebbe stato immediatamente allontanato. Sarebbe intervenuta la sorveglianza e il vecchio leone immediatamente ricoverato in analisi. Read the full story »

24 Giugno 2023 No Comments 197 views

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Tra Conte e Davigo
24 Giugno 2023 No Comments 193 views

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Il passamontagna

Devo dire subito che la frase di Grillo stavolta era solo provocatoria, ma non eversiva. Il passamontagna e il termine “brigate di cittadinanza” poteva risparmiarsele ma il fine, quello di non farsi riconoscere per ripulire i marciapiedi e fare lavori utili alla comunità, é poi quello che anche noi abbiamo sempre auspicato. E cioè che i percettori del reddito non dovessero poltrire in divano, ma fare lavori socialmente utili. Sono rimasto invece sorpreso, e ancor più interdetto, dall’esistenza di un triangolo d’amorosi sensi tra Ovadia, Conte e Schlein. Ovadia nel suo comizio espone le allucinanti tesi anti ucraine e filo putiniane e, sposando quelle del “mai più un uomo né un soldo per Kiev”, non di Costa ma di Conte, scambia l’aggredito per l’aggressore. Conte applaude e la Schlein mostra interesse e lancia a costoro lo slogan dell’unità. Read the full story »

19 Giugno 2023 No Comments 248 views