Nessuno saprà mai se i due droni che hanno sferrato l’attacco al Cremlino, quando Vladimir Putin era assente, siano stati inviati da Kiev che smentisce, siano addirittura frutto di una strategia americana, come sostiene Mosca, oppure siano stati inviati dai russi stessi per dimostrare l’ineluttabilità di una ulteriore recrudescenza della guerra. Resta il fatto che subito dopo Mosca ha risposto bombardando i palazzi governativi di Kiev, sulla scia delle dichiarazioni di Medvedev che ha testualmente affermato la necessità di “uccidere Zelensky”. Si rischia un allargamento dei confini della guerra? Si rischia davvero il ricorso russo (ma la risposta sarebbe immediata) ad armi nucleari sia pur, come si dice, tattiche? La notizia da non sottovalutare é il voto di Cina e India ad un documento di condanna all’aggressione dell’Ucraina nell’assemblea delle Nazioni unite. E’ la prima volta e può segnare l’inizio di una nuova stagione in cui soprattutto la Cina si propone come autorevole interlocutore per la soluzione del conflitto. Già Xi Jinping aveva sottoposto a Putin un documento che parlava di “difesa dell’integrità nazionale dell’Ucraina”. Sarebbe dunque importante che gli Stati Uniti, col beneplacito dell’Ucraina, dopo il voto all’Onu, approfondissero questo passaggio. Significa che i russi si devono ritirare entro i confini del 23 febbraio 2022? Se cosi fosse penso che l’Europa e l’Occidente, ma anche l’Ucraina, che durante i soli due incontri negoziali svolti, in Bielorussia e in Turchia, accettava di congelare la situazione attuale in Crimea, dovrebbero accogliere di buon grado la proposta cinese. Il documento di Xi si apriva poi a nuove richieste relative alla fine delle sanzioni e alle alleanze del paese invaso. L’Ucraina, come é noto, non intendeva aderire all’Alleanza atlantica, accettando una sua auto esclusione come garanzia d’indipendenza dai russi. E’ andata all’opposto. E cioè proprio perché non faceva parte della Nato, contrariamente alle Repubbliche baltiche, é stata aggredita. Determinando così la conseguenza che due paesi storicamente indipendenti, e allora governati dalla sinistra socialdemocratica, Finlandia e Svezia, chiedessero, per paura di mettere in discussione la loro indipendenza, lo scudo atlantico. E’ in atto anche un’iniziativa del papa, che farebbe perno sulla disponibilità della Chiesa di Mosca e di quel Kiril che si era lasciato andare a dichiarazioni aberranti sulla guerra e sul contrasto all’Occidente malato di vizi e perversioni. Da quel che si sa Francesco sarebbe pronto a recarsi a Kiev e a Mosca. Dunque Cina e Vaticano possono svolgere un ruolo parallelo e forse decisivo. Kiev e Mosca annunciano una duplice offensiva. Si tratti di un’offensiva per guadagnare terreno in vista del negoziato oppure di un tentativo di dare il colpo finale all’avversario non é dato sapere. L’unica cosa chiara agli ucraini, che sono le vittime di una brutale aggressione, e spero anche a tutti i paesi democratici, é che la fine delle ostilità può essere accettata solo nel rispetto dell’indipendenza, sia pure con uno stato di relativa autonomia delle regioni del Donbass nel rispetto di quanto sottoscritto a Minsk, e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, senza soluzioni pasticciate e potenzialmente destinate a creare nuovi pericoli e conflitti, come quella ipotizzata delle due Coree. Il vero pacifismo costruisce le ragioni della pace, difendendo i diritti di tutti i popoli alla indipendenza. Non crea le premesse di nuove e ancora più deleterie guerre.