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La tragedia di Carboni e la sua fede socialista

E’ scomparso Armando Carboni, storico socialist del Comune di Bagnolo (Reggio Emilia). Quando era bambino la sua esistenza fu sconvolta dell’omicidio per mano fascista del padre. Quest’ultimo era stato nominato commissario prefettizio e non era stato sostituito dai repubblichini dopo l’8 settembre del 1943. Era accaduto un fatto di sangue per mano partigiana qualche giorno prima. I fascisti si recarono da lui per avere i nomi dei responsabili che Carboni padre non fece. Fu prelevato in casa assieme ad altri antifascisti e fucilato nel febbraio del 1945. Il sangue colò a picco sulla neve ammonticchiata e alla finestra il fratello più grande di Armando vide tutto: l’mmagine dei condannati a morte, il plotone di esecuzione che sparava, Il padre che cadeva senza vita. Armando, prima socialdemocratico e poi dal 1966 socialista, era un tipo che non ci mollava mai. Autonomista convinto sempre, dopo la fine del Psi ad ogni elezione in cui non comparisse il simbolo socialista lo disegnava da solo e lo votava facendosi di proposito annullare la scheda. Con Armando perdo un amico più grande. Uno che ti invitava a cena perché i tortelli di sua moglie erano i migliori e parlava di politica. Non mancava mai alle riunioni e alle presentazioni dei libri. Aveva un cuore grande, una moglie devota ai suoi ideali e due figlie adorabili. I funerali domani a Bagnolo partono dal monumento ai caduti del Torrazzo, dedicato anche a suo padre, e si concluderanno in Chiesa

 

26 Settembre 2024 No Comments 130 views

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Non rassegnarsi al bipolarismo

Dopo Costa anche la Gelmini e la Carfagna hanno salutato Calenda. Così come Marattin ha dato l’addio a Renzi. E non solo i soli. Il problema sventagliato da tutti costoro é che sia Renzi che Calenda si appresterebbero ad aderire al cosiddetto campo largo. L’hanno fatto nelle tre regioni in cui si vota: Emilia-Romagna, Umbria e Liguria. Renzi, per la verità, si é già dichiarato disponibile a far parte della coalizione comprendente i Cinque stelle e Verdi e Sinistra italiana all’insegna dello slogan da teatrino di periferia: “servono voti e non veti”. E quelli per la verità hanno subito alzato un veto contro di lui, mentre Calenda, per ora, distingue le alleanze regionali da quelle nazionali e per bocca di Rosato insiste nella necessità di creare un centro riformista non alleato con nessuno dei due poli. Read the full story »

19 Settembre 2024 No Comments 124 views

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Salvini, la magistratura e una signora che massacra un ladro

Io la penso in modo opposto a Salvini sui temi dell’immigrazione e anche, come é accaduto a Viareggio, sul diritto medioevale a farsi giustizia da solo. Resto convinto che la difesa dei confini italiani (da chi, dai barbari?) non si possa tramutare in diniego all’attracco di navi come la Open Arms e altre che contengono un carico di uomini, donne e bambini disperati, alcuni ammalati e altri affamati. E’ vero che sono stati inviati medici e generi di prima necessità, ma l’obbligo di un paese civile è di fare sbarcare i profughi, accudirli, verificare il diritto o meno alla permanenza (fuggono da un guerra o da una dittatura, articolo 10 della Costituzione) e in caso contrario di rispedirli nei paesi di provenienza. So bene che si tratta di un procedimento complesso e che il ministro Minniti aveva considerato associato a patti di sviluppo con quei paesi che devono collaborare e non voltarsi dall’altra parte. Si tratta dunque di scelte politiche che dobbiamo combattere sul piano politico. Quando leggo il testo della richiesta di condanna a sei anni di Salvini da parte dell’accusa mi vengono fondati dubbi che si voglia processare non tanto Salvini ma una politica che va contestata e contrastata, ma non processata. Gli accenni al fatto che Salvini abbia agito da solo (e non di concerto col suo partner, i Cinquestelle) che abbia puntato con questo atto a sfondare elettoralmente, citando il 34 per cento ottenuto alle Europee, non riesco a capacitarmi cosa c’entri con un’aula di Tribunale. Sta di fatto che é proprio il decreto sicurezza bis che é stato votato dal governo gialloverde (prima redistribuire e poi far sbarcare) che il piemme di Palermo mette sotto accusa. Ma sotto accusa deve metterlo la politica e non la magistratura, se tale decreto é firmato dal presidente della Repubblica e non é stato dichiarato incostituzionale. Read the full story »

19 Settembre 2024 No Comments 128 views

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Il riformismo, questo sconosciuto

Sabato, come ogni anno, si svolgeranno le iniziative promosse dai parenti e dai compagni di Fernando Santi, in occasione.del 55esimo anniversario della sua scomparsa. Santi era un sindacalista unitario e un socialista riformista. In effetti la parola socialista ha bisogno di una specificazione e quella riformista, assieme a quella liberale, costituisce la sola versione sopravvissuta ai fallimenti e alle barbarie della storia. Ma anche la qualificazione di riformista ha bisogno della parola socialista a cui é storicamente legata. Non é mai esistito un riformismo comunista o un riformismo popolare. Anche negli anni della revisione profonda del Pci Berlinguer mai si definì riformista. Arrivò al punto di qualificare il suo Pci come “conservatore e rivoluzionario”, “di lotta e di governo”, ma, diciamo pure correttamente, non entrò mai nel campo altrui, quello del riformismo. Mai i democristiani, e più in generale gli articolati movimenti cattolici, hanno sposato il riformismo. Anzi, l’hanno saltato a piè pari. Non si contano gli esponenti che uscendo dalla Dc (citiamo negli anni cinquanta il famoso e salace Fortebraccio) finirono direttamente nel Pci (Franco Rodano, Felice Balbo e Adriano Ossicini con la loro rivista Sinistra cristiana) o coloro che addirittura piantarono le tende nella sinistra extraparlamentare. Basti pensare alla storia di due dei fondatori delle Brigate Rosse: Margherita Cagol, nata nella cattolicissima Trento e formatasi nell’associazionismo cattolico, e Renato Curcio, che pur non essendo cattolico veniva comunque dal contesto della chiesa valdese. Non sono casi isolati questi rifiuti del riformismo da parte del mondo cattolico. D’altronde il riformismo non é quell’assoluto del quale un credente ha bisogno. E’ laico, concreto, procede non promettendo il paradiso o la terra dei sogni, ma solo un mondo migliore. Neanche i socialisti, dal 1912 (congresso di Reggio Emilia vinto dal rivoluzionario Benito Mussolini) al 1981 (congresso di Palermo vinto dalla corrente riformista di Bettino Craxi) furono riformisti. Furono progressivamente filo bolscevichi, antifascisti, frontisti, autonomisti, unificazionisti, scissionisti, per la rivoluzione democratica, al governo ma promettendo il socialismo (quale?) domani. Perfino i vecchi riformisti nel dopoguerra non ebbero il coraggio di definirsi tali. Read the full story »

9 Settembre 2024 No Comments 183 views

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Giuliano non è santo, ma…

La più esplicita e chiarificatrice l’ha detta l’ex marito della signora Boccia: “State lontani da mia moglie”. Lo ha ripetuto anche al successore di Sangiuliano e a tutti gli altri. Chi poteva conoscerla meglio di lui? Il povero ministro, oggi dimesso, ha dato retta alla voce del cuore o meglio all’istintivo senso dell’attrazione. La Boccia é belloccia e sopratutto alta, come sua moglie (ho conosciuto molti piccoletti che ritengono l’altezza un’espressione di bellezza in sé), ma soprattutto intraprendente, forse anche di più di tutte le donne che frequentano i corridoi del potere. E molte sono anche riuscite ad accaparrarsi posti e prebende (Berlusconi é arrivato a farle diventare parlamentari o consigliere regionali). Read the full story »

8 Settembre 2024 No Comments 233 views

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Campo largo minato

Dunque Matteo Renzi si é infilato, pare che nessuno glielo abbia chiesto, nel cosiddetto campo largo che andrebbe dunque da Conte a Italia viva, en attendant Calenda. Un tutti insieme appassionatamente per battere la destra. Non per costruire un governo con un programma unitario. Renzi, come suo solito (e più volte gli abbiamo riconosciuto intuito politico) non subordina l’adesione alla nuova alleanza a una serie di cose da fare. Non chiede chiarezza sull’atteggiamento da tenere sulla resistenza ucraina (come si sa Conte e Fratoianni non concordano sull’invio delle armi) o sulla riforma della giustizia (la Schlein, contrariamente a suo nonno, il senatore socialista Agostino Viviani, primo firmatario di una legge per la separazione delle carriere dei magistrati, di questa riforma non vuol sentir parlare). O a proposito del reddito di cittadinanza, bandiera dei Cinque stelle, sul quale Renzi aveva minacciato un referendum, o sul 110% per il restauro degli immobili dei ricchi. Insomma Renzi aveva chiesto che non ci fossero veti non ponendone. Anzi aveva coniato il nuovo slogan “non veti ma voti”. Ma che razza di slogan é mai questo? Read the full story »

5 Settembre 2024 No Comments 177 views

« Nazionale, Reggio Emilia

Dimenticanza o reticenza?

E’ in pieno svolgimento la festa dell’unità (con la minuscola, forse per non confonderla con L’Unità, diretta oggi dall’eretico Piero Sansonetti). Molti invitati, da Calenda a Fratoianni, la Schlein concluderà il tutto, non credo in stile Berlinguer 1983. A proposito dell’ex segretario del Pci gli é stato dedicato un padiglione. Le feste mostrano simboli, sono ritratti di storie vissute, di lotte condivise. Venite, venite, signori, per 34 euro potrete assistere a una conferenza di Garimberti. Ieri c’era Bersani, il figliol prodigo. E c’era anche Landini, segretario della Cgil. Voglio fare presente una grave dimenticanza. Pochi giorni fa é morto, ma se la vita é consapevolezza era gia morto da anni, Ottaviano Del Turco, storico sindacalista della Cgil, segretario del Psi e ministro, poi confluito nel Pd dalla sua nascita. Del Turco é morto sotto il peso della sofferenza e dell’angoscia di una persecuzione giudiziaria iniziata nel 2015, con accuse che via via si sono poi sgonfiate. Assolto dal reato di associazione a delinquere, assolto dal reato di corruzione, assolto dal reato di concussione, assolto dal reato di falso, resta una sola piccola condanna per induzione indebita. Un controsenso logico, un piccolo frammento della macchina del fango costruita dal tribunale di Pescara. Bisognava pur lasciare qualcosa per non sconfessare del tutto quei magistrati. Perché a Reggio Emilia, alla festa dell’unità, non se ne parla? Perché la Schlein non ha fatto alcuna dichiarazione su questo caso che avrebbe fatto accapponare la pelle a suo nonno, il super garantista senatore socialista e libertario Agostino Viviani?  Perché al vice di Luciano Lama non é stata allestita una camera ardente alla Cgil? Perché neanche su un suo ex dirigente politico il Pd si espone ad attaccare la magistratura? Sì, le feste mettono insieme simboli, ritratti di vita vissuta, lotte per ideali. La figura di Del Turco, morto ammalato per troppe tensioni e per troppe ingiustizie, non meritava spazio. Non credo si sia trattato di dimenticanza, ma di consapevole reticenza.

5 Settembre 2024 No Comments 143 views