Storie di nani e di odalische
La Fascina non è solo una parlamentare di Forza Italia. E’ la nuova donna del capo dopo che quella precedente ha scelto come marito una moglie. La Fascina è sempre fotografata al fianco del padrone sia che si tratti di una partita del Monza sia che si discuta del futuro dell’Italia. Mentre Berlusconi ha gentilmente chiosato l’uscita dei vari Brunetta, Gelmini. Carfagna ecc, dal partito con un gentile “andate al creatore”, più perfidamente l”odalisca del presidente ha scomodato il grande De André e la raccolta messa in musica di reperti dell’Antologia di Spoon River di Edgard Lee Master. Vi figura in essa un pezzo dedicato a un giudice talmente basso di statura che é “una carogna di sicuro perchè ha il cuore troppo vicino al buco del c”: L’allusione a Brunetta era evidente. E giustamente Renatino ha fatto dell’offesa il leit motiv della sua intervista all’Annunziata. Tempi cupi se si scende così… in basso, sarebbe il caso di dire. L’offesa non è nuova. Massimo D’Alema definì Brunetta un ministro “tascabile” e lo sfregio si è rivelato letale per il lider Maximo. Lo stesso Berlusconi non se la passa per niente bene e il suo partito vien dato al 5,6 per cento. Quanto alla Fascina non vorrei che facesse la fine della precedente. Quest’ultima adesso rivela che se la coalizione del suo ex vincerà le elezioni scapperà all’estero. A Brunetta non resta che guardare tutti dall’alto della sua intelligenza. Virtù molto lontana dal buco del c…. col quale a volte parlano i suoi accusatori.
Ripartiamo da Draghi
Non sarà come Gesù che resuscitò da morto dopo appena tre giorni. Non sarà come l’uomo della Provvidenza che per rinascere, per poi presto essere impiccato a testa in giù, ci mise più tempo ed ebbe bisogno degli alleati tedeschi. Ma Draghi rinascerà con le prime nebbie dell’autunno. Read the full story »
Sfascisti
Dunque i Cinque stelle non votano l’odg Casini che esprime fiducia al governo Draghi punto e a capo. L’irresponsabilità di costoro era già palese. La fiducia non l’avevano neanche votata al Dl Aiuti, senza però far dimettere i loro ministri. Ma qui l’irresponsabilità si sposa con un mix di dilettantismo e di inadeguatezza politica. D’altro lato la Lega e Forza Italia hanno chiesto un Draghi bis senza Cinque stelle e con nuovi ministri.
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Congresso e Draghi bis
Lo ha proposto il segretario Vincenzo Maraio. E l’ha ripetuto nelle sue conclusioni. Serve un Draghi bis, che non é esattamente la stessa cosa proposta da Letta all’assise socialista. Un Draghi bis può prescindere dai Cinque stelle di Conte, essere composto dai partiti che già fanno parte della maggioranza, dal nuovo partito di Luigi Di Maio ed eventualmente sorretto dai pentastellati dissidenti.
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Oggi le comiche
Dunque al Senato, in occasione del voto di fiducia sul Dl Aiuti, il movimento Cinque stelle é uscito dall’Aula. La fiducia é passata ugualmente e secondo le regole istituzionali il governo resta in carica. Draghi si é subito recato al Quirinale ma Mattarella lo avrà pregato di restare in sella, visto che l’esecutivo la fiducia l’ha appena ottenuta. Ma Draghi ha subito convocato un Consiglio dei ministri annunciando le sue dimissioni
Cosa può capitare adesso? La prima norma politico-costituzionale sarebbe che i ministri, i vice ministri e i sottosegretari grillini si dimettessero.
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L’intervento di Del Bue al congresso del Psi: “Un partito piccolo deve avere idee grandi”
La guerra in Ucraina cambia il mondo e poiché divide destra e sinistra cambierà anche i contorni di entrambe. E forse il loro stesso significato. Può mutare gli assetti internazionali, palesando un nuovo bipolarismo dai contorni oscuri, interrompendo la stessa globalizzazione economica. Svezia e Finlandia, da oltre un secolo neutraliste e in larga parte socialdemocratiche, hanno chiesto di aderire alla Nato. La storia non si cancella, non si dimenticano i drammi del passato e così avviene in Polonia, e nelle vicine Georgia e Moldavia, le prossime vittime sacrificali se Putin non verrà Read the full story »
Il calcio dell’asino
Dunque i resti dei cinquestelle non hanno votato alla Camera il dl Aiuti. Sono usciti dall’Aula. Ciò significa che la vecchia maggioranza non c’é più. E che, queste le parole di Franceschini e della Serracchiani, salta anche il progetto di coalizione elettorale Pd-Cinque stelle. Vediamo le cose nell’ordine. Read the full story »