Zelensky e quei banchi vuoti
Il presidente dell’Ucraina Zelensky ha parlato a Camere riunite il linguaggio della verità. Ha voluto richiamarci al dramma dell’Ucraina e in particolare di una città grande come Genova, Mariupol, rasa al suolo dai missili e dalla bombe russe. Ha sollecitato tutti noi a metterci nei suoi panni.
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I professori di Putin
I professori Cardini, Orsini, la Di Cesare, Canfora ci spiegano le origini culturali dell’atteggiamento russo. Potremmo, come si diceva un tempo, fare un bel gruppo di studio e approntare anche un accurato documento. E magari scriverci sopra un bel libro. Se ci pensiamo bene tutti i fenomeni della storia hanno cause. Niente avviene per caso. Poi ci sono conseguenze che generalmente travalicano i motivi causali. Bisogna allora distinguere effetti e cause.
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Trattare con Putin?
Sono convinto che questa guerra scavi un solco profondo nella storia dell’umanità, che solo la disponibilità del nucleare ha tenuto al riparo da una terza guerra mondiale, e che niente resterà come prima. Partiamo dai massacri di civili. Talune fonti parlano di oltre 20mila persone uccise nella città martire di Mariupol, posta al confine tra l’Ucraina e l’occupata Crimea.
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Speranze di pace…
Mi ha colpito e mi ha fatto pensare una affermazione di Tony Blair secondo il quale dire esplicitamente che la Nato non sarebbe mai intervenuta in Ucraina avrebbe convinto Putin all’invasione. Ho letto con piacere le dichiarazioni di esplicito appoggio alla resistenza del popolo ucraino da parte di Conh Bendit e del figlio di Glucksman. Ho letto le parole di Lech Walesa e considero rivelatore il viaggio a Kiev dei presidenti della Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia. Read the full story »
Se l’America avesse invaso il Messico
Immaginiamo. Siamo agli inizi del 2022 e apprendiamo dalla Tv che gli Usa hanno invaso coi loro carri armati il Messico. La motivazione assurda sarebbe da addebitare al fatto che il governo messicano non fa nulla per bloccare il flusso di immigrazione che si dirige oltre il confine statunitense.
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Guerra e pace
Camillo Prampolini: “La lotta legalitaria ebbe sempre per presupposto l’esistenza della legalità. Dove questa possibilità manchi, le vie della legalità (cioè la sovranità popolare) sono chiuse, le aspirazioni alle quali é negata la libertá di vivere ed espandersi verranno fatalmente a sboccare nelle vie dell’azione rivoltosa”. Filippo Turati: “Quando la patria é oppressa, quando il fiotto invasore minaccia di chiudersi su di essa le ire contro gli uomini e gli eventi che la ridussero a tale sembrano passare in seconda linea, per lasciare lampeggiare nell’anima soltanto… la ferma volontà di combattere, di resistere fino all’estremo”. Due socialisti rispondono ai problemi di oggi… Sono stati e sono tuttora i miei fari. Mi hanno ispirato non solo idee di rinnovamento laico e mai dogmatico, una concezione della sinistra come luogo di confronto e non di eresie da condannare al rogo. Ma mi hanno sempre colpito per la loro assoluta sensibilità ai temi della patria. Ovvio, perché il socialismo italiano nacque da Risorgimento e non da Marx, che nei primi anni ottanta dell’Ottocento non era ancora stato tradotto in italiano. Prampolini e Turati stettero in minoranza nel Psi dal 1912 alla morte. E Turati in particolare dovette sorbirsi veri e propri processi politici anche per le affermazioni che ho citato, soprattutto al Congresso di Roma del 1918 dove rischiò l’espulsione. Read the full story »
Tra doppiopesisti e arrendisti
Faccio fatica a sopportare non solo i doppiopesisti, ma anche gli arrendisti. I secondi son quelli che raccomandano la resa degli ucraini in nome della pace. Partiamo dai primi. Ad esempio da quelli che si scoprono assolutamente non violenti, pacifistissimi per principio a fronte della guerra di Putin, e che hanno un turbinio di crisi di coscienza per l’invio di armi alla resistenza ucraina.
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