Dedicato alle donne ucraine
Questo 8 marzo non é un giorno di festa. Non é l’occasione di inviare mimose. Vicino a noi si sta consumando un ignobile massacro, frutto di un’aggressione che uno stato guidato da un criminale ha comminato a un paese libero e autonomo. E riconosciuto come tale dal mondo intero. Le donne ucraine le ho viste in piazza avvolte dai colori delle loro bandiere, cantare inni nazionali, con l’orgoglio patriottico delle nostre staffette partigiane.
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Gli equidistanti
La Cgil, con la Uil che si accoda, ma non la Cisl che non partecipa, promuove il gran raduno per la pace. Come se in Ucraina ci fossero dei guerrafondai e non un’aggressione a cui gli ucraini stanno reagendo eroicamente. A loro giudizio non si può rispondere alla guerra con la guerra. Cioè, gli ucraini dovrebbero arrendersi.
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Un socialista a Kiev
Edoardo Crisafulli, autore fra l’altro del libro “Le ceneri di Craxi”, riminese, socialista dal 1983, da quando a Craxi venne affidato il compito di guidare il governo, e precedentemente uscito dalla Fgci perché quell’organizzazione era pencolante sui principi universali della democrazia e del rapporto tra i blocchi, è da anni addetto culturale del ministero degli Esteri italiano. E ha viaggiato mezzo mondo. Oggi ha 58 anni. Si definisce un socialista liberale o un liberalsocialista. Entrato alla Farnesina nel 2001, è stato nell’Istituto di cultura italiana in Israele per 5 anni, poi due anni a Tokio come vice direttore del medesimo istituto, 3 anni come direttore in Libano, poi anche in Sira, e dopo lo scoppio della guerra evacuato a Roma. Diciotto mesi fa è stato inviato a Kiev, che ha lasciato qualche giorno fa sotto il bersaglio dei missili russi. Voglio ricordare che Edoardo é tuttora iscritto al Psi e collaboratore dell’avantionoline. Sono riuscito a collegarmi con lui in Moldavia, dove era appena arrivato, perché gli volevo strappare una disponibilità a rilasciarmi un’intervista. L’ho trovato sfinito da tre giorni di viaggio senza dormire e quasi senza mangiare. Poi lo intercetto in Romania e ci mettiamo d’accordo. Gli invio domande scritte e lui mi risponde a voce. Read the full story »
Il trump-comunismo
Esiste nei confronti dell’aggressione criminale di Putin all’Ucraina, che sta costando insopportabili perdite militari e civili e distruzione e rischi di esplosione di centrali nucleari, una variegata area di giustificazionismo, che ha origini in nuove tendenze a riscoprire l’uomo forte e in mai sopite allucinazioni anti occidentali. Si tratta di una spia accesa sia a destra, sia a sinistra, che s’illumina allo stesso identico modo.
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Negoziato, bombe, Europa e nuovo bipolarismo
Il mondo tira un sospiro di sollievo dopo le folli e criminali minacce di Putin di ricorrere all’uso delle armi nucleari e all’allerta proclamato nei giorni scorsi. Il fatto che in Bielorussia si siano incontrate delegazioni ucraine e russe fissando un nuovo incontro non può che essere giudicato foriero di speranze di pace. Restano sul tappeto, a quanto pare, questioni irrisolte delle quali la prima dovrebbe essere una logica e necessaria premessa.
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Le dieci falsità della propaganda putiniana
Le falsità della propaganda putiniana o filo putiana o anti atlantica, eccole, sono dieci:
1) Che l’Alleanza atlantica avesse promesso a Gorbaciov di non estendersi a Est. Questo contrasta col fatto che la stessa Russia nel 1991 ha ufficialmente chiesto di aderire al patto atlantico. E che ben 15 stati d’influenza ex sovietica abbiano poi aderito alla Nato senza suscitare proteste al Cremlino. 2) Che la Nato abbia deciso lei di allargarsi a Est. Follia. L’adesione é avvenuta su base volontaria. E bene ha detto Enrico Letta: “La Nato si é allargata troppo? E’ l’opposto. Quel che é successo dmostra che la Nato doveva far entrare l’Ucraina prima”. Non ci sarebbe stata questa ignobile aggressione. Read the full story »
Il signor Però
C’é ancora, e non finirà mai perché certa ideologia non é morta, la pratica del “condanno però”. Il signor Però é generalmente cresciuto con una matrice anti americana. Perché i suoi “però” sono a senso unico. Li avete mai sentiti a proposito del Vietnam? Gli stessi, perché generalmente superano la settantina, si sono mai azzardati a sostenere che la loro condanna della invasione di Johnson e Nixon, che anzi diventavano”boia”, si manifestasse coi però? Che so a fronte di una manifestazione pro Vietnam avete mai ascoltato un Bertinotti che al microfono si esprimesse più o meno così: “Condanno il gesto di Johnson però non dimentico i meriti degli americani che ci hanno liberato dal nazifascismo”. Oppure: “Condanno l’aggressione Usa però non posso scordare l’aggressione sovietica all’Ungheria”. Mai. Il signor Però é a senso unico. Se si tratta di entrar nel merito di una questione nella quale o gli americani hanno ragione e dove non c’entrano, aggrottano ciglia, assestano gli occhiali, la definiscono generalmente complessa. Sostengono che non bisogna essere superficiali né tanto meno tifosi. Compare in loro un’impensabile moderazione finanche di stampo doroteo. E dosano le parole e gli aggettivi. Bisogna generalmente approfondire, cercare le cause e fissare realistici obiettivi. Io comincio ad avvertire un olezzo maleodorante. Lo sento a naso perché l’ipocrisia si manifesta anche come un’improvvisa flatulenza…